Era un lontano 2013 e il Palermo aveva il compito di risalire subito in Serie A dopo la retrocessione della scorsa stagione. L’ormai ex patron Maurizio Zamparini sceglie Gennaro Gattuso come guida tecnica. Un allenatore giovane, alle prime armi: per il presidente è l’uomo giusto per ritornare a calcare i grandi campi d’Italia. Addirittura annuncia due settimane prima del suo arrivo in città, gli attrezza una squadra per vincere il campionato.
Il problema è che il Palermo il campionato lo vince, ma senza di lui. Resiste solo per 3 mesi, in cui colleziona 7 punti in 6 partite. Però in quel breve periodo riesce a scoprire il talento di Paulo Dybala sin dal ritiro in Austria. Lo vedeva molto allegro durante gli allenamenti, aveva una marcia differente rispetto agli altri, ha una grande tecnica, velocità di esecuzione e pensiero.
L’argentino affermò che “gli aveva insegnato a prenderle”. Lo schierava trequartista, mentre Gattuso si piazzava in mediana. Se lo dribblava, l’attuale allenatore del Napoli lo stendeva. Così impara a gestire il contatto, a difendersi col corpo e ad anticipare gli interventi. Dybala ritiene che non era sempre dolcissimo ma “purtroppo era fatto così”.
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