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Il pallone strappato all’oratorio dal giudice che non è mai stato bambino

La sentenza vorrebbe fare giurisprudenza invece fa solo tristezza: tutti siamo stati inseguiti e inseguitori a seconda dei casi.
Una sentenza ha visto al momento soccombere l’oratorio della parrocchia Santa Teresa del Bambin Gesù di Palermo e prevalere cinque condomini che avevano denunciato una “rumorosità intollerabile”.
Niente pallone in assenza dei lavori per insonorizzare le mura del campetto. Opere per migliaia di euro quasi 20 mila, quelli necessari per trasformare il campo
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Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.
Articolo molto interessante quello di Gery Palazzotto che sottolinea la tristezza che scatena la sentenza del giudice in merito alla denuncia presentata da 5 condomini residenti vicino l’oratorio della parrocchia Santa Teresa di via Filippo Parlatore.

Cos’è un oratorio senza il calcio, cos’è una parrocchia senza il vociare di ragazzi che inseguono un pallone? … È una infanzia innaturale come le ginocchia senza graffi di un bambino. È soprattutto lo scenario disegnato da una sentenza di un giudice civile a Palermo che ha vietato il pallone nell’oratorio di Santa Teresa del Bambin Gesù, di via Filippo Parlatore, dopo che alcuni cittadini avevano denunciato una «rumorosità intollerabile».

I ricordi di quanti come noi abbiamo trascorso giornate intere per strada o negli oratori, con porte fatte di pietre o giubbotti lasciati per terra come pali..I graffi sulle nostre ginocchia ed i palloni “arroccati” con le minacce di essere bucati.
A Palermo chi non conosce la frase “Che fa lo buchiamo sto pallone?”, detta come minaccia bonaria volta per lo più a richiamare maggiore attenzione che altro.

Tutti siamo stati inseguiti e inseguitori, a seconda delle stagioni della vita, e nessuno sino a oggi si era sognato di fermare questa giostra di sudore e illusioni, di risate e maleparole.
Molte storie di campioni sono nate negli oratori: perfino il grande Rivera ricordava come la sua carriera fosse legata a tre padri calcistici, don Piero, don Filippini e don Cerchia . Ma anche le storie di Boninsegna, Tardelli, Albertini, Toldo, i Filippini, i Baresi…

Oggi nel freddo burocratichese che in fondo ci meritiamo, arriva questa sentenza che scatena polemiche ma soprattutto una grande tristezza:
vieta lo svolgimento di qualsiasi attività ludica che implichi l’impiego di palloni sugli spazi esterni… in assenza di porte da gioco calcistico regolarmente munite di reti… e di barriere perimetrali in gommapiuma”
Vorrebbe fare giurisprudenza, invece fa solo tristezza</strong>, scrive Palazzotto in conclusione di articolo.
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