Uomo di calcio, grande conoscitore di giocatori e società, grande esperienza.
Giorgio Perinetti la serie D l’ha fatta con il Venezia e sa cosa significa.
Nell’intervista rilasciata a Mediagol ribadisce più volte un concetto: questo organico non può essere sufficiente per vincere anche il campionato di Serie C, ci vogliono investimenti importanti.
Ecco alcune sue dichiarazioni:
“Se mi convincono gestione e strategia della nuova proprietà? Certamente si sono preparati per lungo tempo per questa avventura sono arrivati al famoso bando in netto vantaggio, se non in esclusiva opportunità, quindi era chiaro che fossero preparatissimi per affrontare questo tipo di situazione. Stanno rispondendo a tutti i tipi di problematiche a cui un campionato come quello della Serie D ti mette di fronte. La squadra ha avuto un momento d’appannamento, com’è normale che sia nell’arco di una stagione, ma tiene saldamente la testa della classifica con un vantaggio considerevole che può tranquillamente mantenere o addirittura aumentare. Tutto fa sperare che il campionato sia affrontato in maniera adeguata, poi bisognerà pensare al futuro riflettendo sul fatto che servirà uno sforzo importante per portare il Palermo a salire in B. Non commento le voci e le illazioni su una possibile cessione del club nel momento in cui si approderà in B, non voglio farlo perché parlerei senza sapere nulla. La proprietà ha avuto modo e tempo per prepararsi al meglio a questa avventura, era anche praticamente certa di essere la favorita per quanto riguarda l’assegnazione del titolo sportivo nell’avviso pubblico. Stanno facendo molto bene compresa la squadra, il loro leitmotiv è stato quello di puntare sulla territorialità e speriamo che il tutto possa proseguire per il meglio. Tenendo conto di quello che sta accadendo in Serie C, sotto l’aspetto della qualità delle squadra, in caso di promozione lo sforzo della società dovrà essere molto importante. Non conosco perfettamente l’organico del Palermo a parte qualche ragazzo ricco di qualità, se dovessi scegliere chi portare con me in un’ipotetica avventura futura dipenderebbe da diversi fattori. Se il mio futuro fosse in interregionale porterei quasi tutti, in C cinque o sei elementi mentre in B o in A magari qualche giovane che potrebbe potenzialmente crescere. Nuovo stadio e centro sportivo? Mi auguro che Mirri e Di Piazza possano riuscire nell’impresa, il problema comunque non è Palermo ma in generale la forma mentis in Italia. Parliamo di un paese che non aiuta a sviluppare questo tipo di iniziative, l’esempio lampante è l’arrivo di Commisso che con una barca di soldi riuscirà, forse, a costruire il centro sportivo restando però incagliato sul capitolo stadio. Ricordiamo Pallotta che ha deciso di cedere la Roma perché non gli hanno permesso di costruire il nuovo stadio, in Europa gli stadi vengono realizzati in due anni. Un esempio è certamente il Tottenham che lo ha cambiato ben tre volte negli ultimi venti anni, in Italia appena chiedi di costruire uno stadio diventa tutto troppo complicato. Chissà cosa sembra che si debba costruire. La realizzazione di un impianto di proprietà consente a una società lo sviluppo sotto diversi settori aiutando i club dal punto di vista dei ricavi grazie anche alle diverse iniziative contigue alle quali si darebbe vita. I nostri stadi sono a dir poco obsoleti, ma nel momento in cui una società si impegna per costruirne uno nuovo non basta neanche la benedizione di Papa Bergoglio. Mi auguro che l’amministrazione comunale possa superare degli scogli e fare qualcosa di importante, parliamo soprattutto della realizzazione del centro sportivo. Avere una propria casa calcistica è un qualcosa di fondamentale che ti permette di gestire tutto in modo differente partendo in particolare dalla formazione sul campo e nella vita degli elementi del vivaio, è un valore aggiunto decisivo per crescita dei ragazzi”.
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