Quell’8 Febbraio…No. Non è l’inizio di un favola, è l’inizio di un ricordo, non straordinario a dire il vero, che ha dato il via al fallimento del Palermo (se volessimo restringere molto il campo, visto che le sue origini sono molto più remote). Era l’8 Febbraio del 2019 e Raffaello Follieri si recava a Palermo per arrivare ad un accordo fra le parti, quello che doveva definire il passaggio di consegne e affidare così il Palermo, al giovane imprenditore pugliese.
Oh come lo ricordiamo bene quel giorno: 9 ore di riunione e nessuna notizia, niente di niente. I telefoni però erano caldi, bollenti. Non c’era fame, non c’era voglia di ridere, c’era solo un’emozione che sapeva tanto di speranza, la stessa che in serata è stata inesorabilmente spezzata. Fù il giorno in cui i tifosi rosanero persero ogni speranza e la paura della penalizzazione pesava come un macigno.
In fondo, non ci vuole molto a trovare un giorno che merita di essere ricordato, visto che un anno fa quasi tutti erano incandescente e al tempo stesso, insignificanti per le buone sorti dei rosanero. Si ricordano le cose belle, le partite più suggestive,ma è anche giusto ricordare le giornate buie per renderci conto di quanto edesso, sia importante la luce della rinascita che splende sopra il cielo di Palermo. Ricordare i momenti infelici, per elogiare ancor di più il lavoro di chi da questo buio ha tirato fuori non solo la società di Viale Del Fante, ma l’intero sport palermitano con impegno e passione, nella speranza che si continui a crescere.
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