Ve lo avevamo accennato qualche giorno fa: a Cittanova stavano preparando un enorme striscione di accoglienza per i tifosi rosanero.
Lo striscione di circa 58 metri di lunghezza, sarà affisso nella gradinata dove si siederanno i tifosi del Palermo.
Vi mostriamo in copertina lo striscione preparato dalla società calabrese per accogliere con grande rispetto il Palermo.
La Cittanovese, a corredo della foto dello striscione, attraverso il proprio profilo facebook, ha postato un messaggio molto intenso e di grande significato. Eccolo:
“Noi cittanovesi siamo fatti così: amiamo la nostra storia e la nostra identità. Proiettiamo certi concetti in specchi di condivisione ampia che, alla fine, diventano coniugazione sincera di un qualche futuro possibile.
Siamo gelosi della nostra terra, vero, ma siamo genuini nel donarla a chi la merita. Siamo altruisti e schietti, siamo semplici e ambiziosi allo stesso tempo. Questo non vuol dire negare ciò che non va bene, ma dare ad ogni cosa il suo giusto peso. E la sua giustizia.
Noi cittanovesi coltiviamo una grande tradizione e, nonostante i tempi che cambiano il volto alle cose, la manteniamo intatta attraverso gesti autentici che il vento non corrode.
E poi ci esaltiamo di fronte alla bellezza. Distratti solo in apparenza, quando il gioco si fa duro siamo in grado di farci trovare sempre un passo avanti, protagonisti di pagine cariche di entusiasmo.
Il calcio è un’espressione di questo pensiero. Una declinazione suggestiva di un carattere ben definito.
Domani accoglieremo il Palermo con lo spirito di sempre, aumentando i giri di un cuore che batte al ritmo dei desideri di un popolo “piagato” da tanti problemi (che sono i problemi del Sud) ma mai “piegato”.
C’è la Cittanovese e c’è Cittanova alle sue spalle. Un’altezza necessaria e bellissima, motivo d’orgoglio per le generazioni che si sono susseguite negli angoli più intimi del paese, nelle vie della cittadella, sui marciapiedi di cemento e pietre, nei lunghi viali di adolescenze passate.
Domani tutto questo farà da cornice alla partita tra giallorossi e rosanero. Vicende diversissime, agli antipodi per riverbero e ambienti frequentati. La provincia e la metropoli, l’entroterra e la città millenaria depositaria di civiltà e tendenze che hanno segnato epoche differenti. Non competiamo su nulla, però ci basta essere noi stessi per rimanere importanti.
Piuttosto, questa stagione sportiva ci regala una nuova occasione di crescita collettiva. Perché il confronto è sempre crescita.
Come un viaggio in treno per un bambino innamorato della vita, da Bagheria alla stazione centrale del capoluogo: ingresso da Brancaccio e testuggine di case ai due lati, nel profondo di un concetto prismatico dove i pregiudizi hanno logorato più della fame.
La Ballarò e la Vucciria, il Teatro Massimo, il corso Calatafimi. Su fino a Monreale. E poi monte Pellegrino e la sua vista straordinaria sul piccolo golfo di Mondello.
Da Aspra, l’insenatura che entra nel porto di Palermo si fa immagine di lavoro, dolori, emigrazione. C’è stato un tempo in cui tanti calabresi hanno popolato la “conca d’oro” per lavorare negli agrumeti, nelle fabbriche di ceste e di cartone.
Domani qualcuno ricorderà questi sussurri di storia comune: i volti, le vicende di nonni e genitori.
Nel frattempo la Cittanovese scenderà in campo per vincere. Come sempre.
Ma quel grande “benvenuto” fuori dallo stadio ricorderà a tutti che il calcio unisce e che ci sono comunità che, pur se da terre apparentemente distanti, condividono la stessa storia e la stessa eredità.
Che è sacrificio ed è riscatto. “
(Antonino Raso).
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