L’editoriale di Filippo Mulè sul Giornale di Sicilia, oggi in edicola, fa il punto sulle polemiche scatenate dalle disposizioni degli organi del calcio che hanno sospeso alcune gare, che prima si era stabilito giocare a porte chiuse.
Un calcio già traballante, pieno di veleni che neanche il Var è riuscito a calmare, anzi ne ha pure inasprito i toni.
L’Inter protesta, si accusa la Juve e la Lazio si gode un primo posto che per tante settimane non vedrà una classifica definita.
Juve-Inter a porte chiuse sarebbe stato uno spot negativo per il calcio itliano ma emergono tante contraddizioni: su altri campi si è giocato, i tifosi bergamaschi sono andati a Lecce, la serie B non si è fermata. Tante contraddizioni e la consapevolezza che la situazione andava gestita meglio.
Mulè ricorda come, guerra a parte, solo una volta il calcio si fermò: era il 1973 ed il colera giunse in Italia per una partita di cozze tunisine avariate.
Due mesi di paure e 24 morti: il campionato fu a rischio, poi l’Oms dichiarò cessata l’infezione, scrive Mulè.
E quello scudetto alla fine lo vinse la Lazio…
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