E’ avvenuto tutto attraverso i trucchi di due bande, come riporta il Giornale di Sicilia, composte da tifosi, bagarini e titolari di ricevitorie, che per assistere alle partite del Palermo allo stadio Renzo Barbera avrebbero fatto entrare… anche i morti.
Lo ha ricostruito la Guardia di Finanza, che ha ricostruito i movimenti di circa 4.000 mila biglietti falsi, intestati anche a bambini che non erano ancora nati, in modo da poter entrare allo stadio, senza pagare o a prezzi scontatissimi. La Procura ha chiesto la condanna di tre bagarini, che hanno scelto di essere processati con il rito abbreviato.
Il sostituto Andrea Fusco, che assieme all’aggiunto Sergio Demontis aveva coordinato l’indagine, ha invocato una pena di quattro anni sia per Massimo Falcone, detto «Miccoli», che per Andrea Pellicano, nonché una condanna a due anni per Antonio Pellicano.
Altri cinque imputati –Pasquale Minardi, leader ultrà del «Curva Nord Inferiore», il suo presunto braccio destro, Vincenzo Gulizzi, soprannominato «il modello», Michele Di Franco, Giuseppe Scavone e Francesco Paolo Di Lorenzo, titolare di una ricevitoria in piazza Leoni – sono già stati rinviati a giudizio dal gup Fabrizio Molinari. Il dibattimento è in corso davanti alla quarta sezione del tribunale.
I biglietti emessi riguardavano partite dell’anno 2015-2016 e 2016-2017, il Palermo militava in serie A e si scontrava ancora con grandi squadre, richiamando folto pubblico allo stadio. Molti i sotterfugi utilizzati, come quello di far entrare maggiorenni, con il prezzo di minorenni, a danno non solo dello Stato ma anche della società Palermo, ticket con nomi di bambini venuti al mondo il giorno stesso della partita o il giorno dopo, come nel caso di Palermo-Lazio dell’8 aprile 2016.
Oppure l’ingresso allo stadio di gente con Daspo e diffide, anziani morti da ben 4 anni come nel caso accertato di Palermo-Roma del 4 ottobre 2015, per poter usufruire dello sconto over 65.
Il tutto testimoniato dalle intercettazioni di questo tipo:”Qui c’è da rischiare con i biglietti
dello stadio, sì rischi, ma ti porti la pila… A farmi duemila euro non ci sto niente“, così sosteneva in un’intercettazione uno degli imputati.
E secondo le stime della guardia di finanza da un biglietto che costava 2 o 3 euro sarebbe stato possibile ricavarne anche 20 o 30.
“Quasi 100 euro li hai guadagnati con i biglietti –spiegava proprio Falcone, come riporta sempre il giornale di Sicilia,per il quale sono stati chiesti quattro anni –però ti devi fare furbo! Io ti do fiducia, il mestiere lo conosco, so nove n t ’anni che io… Se tu vedi che c’è
l’abbondanza di persone…”, devi aumentare il prezzo, suggeriva, perché “”all’ultimo lo volevano pure a 15 o 20 euro, chiedevano biglietti come folli!”. Gli imputati, inoltre,
sarebbero stati tranquilli, convinti che “tanto a Palermo non controlla nessuno“
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