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Bar Rosanero, una storia di passione e tradizione familiare

Non c’è tifoso del Palermo che non conosca il famosissimo “Bar Rosanero”, situato a due passi da Villa Giulia e dallo splendido Orto Botanico. In pochi però conoscono l’origine del suo particolare nome, tanto caro ai tifosi del Palermo.

Tutto iniziò nel 1961, quando al posto del bar c’era una sala biliardo gestita dai coniugi Adelfio, Salvatore e Rosa. A raccontare la storia di come andarono le cose, il Signor Giacomo Adelfio, figlio di Salvatore e la moglie Rosaria:
“Nei primi anni ’60 al posto del bar c’era una sala biliardo. I giocatori del Palermo, che alloggiavano al Jolly Hotel, spesso venivano a passare qualche ora di svago nel nostro locale. Mentre giocavano chiedevano qualcosa da bere, ma per consumare una bibita o un caffè dovevano spostarsi in un bar vicino. Così chiesero a mio padre di poter fruire anche di questo genere di servizio. Da qui nacque l’idea di aprire il bar ed il biliardo venne spostato nella saletta attigua. I giocatori del Palermo proposero ai miei genitori di chiamarlo “Bar Rosanero” e mio padre, che era tifosissimo del Palermo, accettò il suggerimento. Io avevo circa 14 anni, sono cresciuto qui dentro circondato dai colori rosanero.”

Andati via i giocatori del Palermo, il bar mantiene il suo nome, ma negli anni cambia varie volte fisionomia:
Dopo qualche tempo la squadra rosanero cambiò sede del ritiro, decidemmo così di chiudere il biliardo e di avviare un ristorante-pizzeria. Vennero assunti un grande chef, il signor Vaccarella, che cucinava pranzi ricercati e particolari, ed un Maitre di sala, il signor Laudicina, che faceva solo servizi alla lampada. Diventò così un ristorante molto ricercato, frequentato dalla Palermo bene e anche dai giornalisti del vicino Giornale di Sicilia. Nel frattempo sono subentrato ai miei genitori, prendendo in mano le redini dell’Azienda. Negli anni il bar ha subito varie metamorfosi, ma la conduzione è sempre stata a carattere familiare. Dal 1976 anche mia moglie ha iniziato ad occuparsi di una parte delle attività, mentre io intanto iniziavo ad aggiornarmi su tutte le innovazioni nel campo della pasticceria. Nel 1978 abbiamo deciso di chiudere il ristorante-pizzeria e dare più spazio alla pasticceria, inserendo anche la produzione e la vendita delle nostre confezioni regalo nei periodi di Natale e Pasqua.”

In che anno il Bar Rosanero ha cominciato ad offrire il servizio biglietteria per le partite allo stadio?
“Prima dei Mondiali, allora il Presidente del Palermo era il caro Giovanni Ferrara, con il quale avevo un ottimo rapporto. Da sempre i tifosi hanno la paura di non riuscire a fare il biglietto in tempo per la partita. In quel periodo arrivava spesso la telefonata dell’amico che mi pregava di mettere da parte qualche biglietto. Adesso non è più possibile, oggi infatti è tutto computerizzato, è necessaria l’identificazione e se prima non si inseriscono i dati dell’acquirente non si può emettere il biglietto.”

E’ stato sorpreso dell’entusiasmo dei tifosi del Palermo che in più di un’occasione hanno affollato il suo Bar?
“Onestamente no. Dopo le delusioni di questa estate, se la squadra rosanero non avesse avuto questi risultati forse la gente si sarebbe disamorata ancora di più. Il Palermo non c’entra nulla con la serie D, abbiamo una storia ed una tradizione centenaria e non meritavamo quello che abbiamo subito. I tifosi quando vengono da noi, oltre a fare il biglietto per la partita, hanno la possibilità di gustare la nostra pasticceria, tutta di nostra produzione, e di bere tranquillamente il caffè mentre aspettano il loro turno.”

Cosa augura ai tifosi rosanero?
“Di tornare subito nella serie che ci compete, in serie A. Conosco Daniele Mirri, spero che trovi altri investitori per dare più forza a questa società nella quale ripongo molta fiducia. Traspare molta onestà, dedizione ed entusiasmo, chi gliel’avrebbe fatto fare ad investire nel Palermo se non la passione per la squadra della propria città? La stessa passione e dedizione che accompagna da quasi 60 anni tutta la famiglia del Bar Rosanero!”


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