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Il peggio deve ancora venire: non facciamo i furbi e rispettiamo le regole!

Se questi divieti vi stanno stretti, sappiate che probabilmente il peggio deve ancora venire. Sia in termini sanitari che di restrizioni. Andiamo con ordine.
Da più parti ci dicono che il picco deve ancora arrivare, che siamo in fase di crescita e che il numero di contagi aumenta in proporzione ogni giorno di più. Ieri ben 1598, secondo il bollettino delle 18,00. L’Italia seconda, dopo la Cina, come numero di deceduti.
Deformazione professionale: cerco di leggere fra le righe. Il fatto che il Governo abbia ordinato 22 milioni di mascherine significa che si teme un drastico incremento nei prossimi giorni/settimane. Se si pensa di proteggere con le mascherine quasi mezza Italia, evidentemente stimano che ce ne sarà bisogno. Lo dice Borrelli, capo della Protezione Civile.
Dal nord sono fuggiti al sud: legittimo, ma probabilmente non sanno che l’epidemia viaggia ed arriverà nel meridione. Lo dicono fonti attendibili ed esperte.
E le restrizioni infatti, da questa mattina, sono aumentate anche qui. Facciamocene una ragione. Non ce l’hanno con noi, evitano il peggio cioè far scoppiare gli ospedali. Non è una guerra di “loro” contro noi. Del Governo contro i cittadini. Deve essere una guerra comune.

E’ un momento complicatissimo e diventa davvero difficile parlare di schemi, di 4-3-3, di allenamenti, di calendario; se sia meglio riprendere col Corigliano o col Savoia. Intanto tutto fermo fino al 3 aprile …poi si vedrà. Ma le sensazioni sono brutte.
Ecco perchè appaiono ridicole e fuori luogo le polemiche e le frecciatine che in un momento come questo continuano a piovere addosso al Palermo. Piccoli uomini.
Grande deve invece essere Palermo, nel rispettare le regole e comportarsi con grande senso di responsabilità. Per se stessi, per i propri cari, per le persone che ci circondano. Nei momenti difficili la nostra città sa tirar fuori il meglio di se stessa. E’ ora di farlo, senza fare i furbi, senza sentirsi “più scaltri” degli altri.
Se c’è un divieto va rispettato. Se mi dicono che non devo andare al pub, sto a casa e recupero il piacere del focolare domestico.
E se sbaglio pago ed anche salato. Perchè non sto ingannando un’autorità impalpabile e lontana, ma i miei concittadini, amici, parenti.
Facciamo i bravi per uscirne prima…
Con affetto
Carlo Cangemi
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