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Aumentano i casi in Sicilia. Ma ora non colpevolizziamo i nostri giovani

C’era da aspettarselo. Crescono i casi di contagiati in Sicilia. Solo oggi diversi in provincia di Palermo.
Non sono numeri importanti e se restassero questi sarebbe un grande successo. Ma possono crescere, speriamo di poco.

Oggi il presidente Musumeci ha parlato di misure più restrittive e se ciò dovesse intendersi adeguarsi alle richieste della Lombardia significherebbe chiudere tutto, negozi, uffici, trasporti. Il Governatore ha parlato anche del rischio legato all’arrivo di 20 mila siciliani dal nord, di ritorno nelle proprie case, nei propri paesi.
E da qualche giorno ascolto brutte frasi, brutte considerazioni, proprio su questo esodo di ritorno.
“Se in Sicilia avremo un incremento dell’epidemia è colpa loro, non dovevano venire, dovevano restare al nord”.
C’è un clima pesante intorno ai nostri giovani, ai nostri cari, studenti e lavoratori, che hanno semplicemente avuto paura ed hanno deciso di rifugiarsi fra gli affetti familiari. Non accetto questa colpevolizzazione, mi dispiace, ma mi irrita.
Chi vi parla non ha nessun figlio, parente, amico di ritorno. Nessuno. Per cui posso farlo libero da qualsiasi interesse personale.

I nostri figli, i nostri concittadini palermitani hanno avuto tutto il diritto di farlo. Dirò di più: hanno fatto benissimo a rientrare.
Hanno evitato ansie e preoccupazioni ai familiari. E da quello che mi risulta personalmente, quasi tutti hanno adottato le misure dettate dal Governo: comunicare il loro spostamento ed inserirsi nelle liste previste.
Hanno agito con coscienza e non mi risulta che al momento ci sia qualcuno tornato col virus in corpo.

Chi li colpevolizza, probabilmente non ha figli, parenti o cari che vivono al nord. Insomma, come si dice da noi, non gli brucia.
Immaginiamo una situazione limite (ma possibile): un nostro figlio resta a Milano, si contagia e da solo deve affrontare tutto. Viene portato in terapia intensiva e noi a Palermo seguiamo l’evolversi della malattia da lontano, dal comodo delle nostre poltrone asettiche.
Impossibile. Sarebbe successo un delirio: gente che avrebbe fatto il viaggio inverso, sfidando regole, norme e divieti.
Meglio averli sotto controllo.
Del resto che colpe hanno i nostri figli, studenti o lavoratori se sono dovuti fuggire al nord per cercare un lavoro, una formazione migliore o qualche opportunità in più?
E’ colpa loro se hanno dovuto abbandonare Palermo o la Sicilia?
Oppure è colpa di una politica che per decenni ha solo pensato a svuotare le casse, a rubare, a ingannare , a non progettare nulla per le nuove generazioni?
Chi è causa del suo mal pianga se stesso, dice il saggio..
Ma finora nessuno sembra aver causato alcun male. Così dicono i numeri.
Con affetto,
Carlo Cangemi

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