Una città che alle ore 18 chiude i battenti quando ancora il sole non è calato ancora del tutto e forse ci si illude che sorga l’alba di un nuovo giorno mentre è in realtà la cronaca di un primo giorno di quarantena dopo le misure adottate dal decreto del Governo Conte.
Il Bar Spinnato, il bar che a Palermo non chiude nemmeno a Natale, ha già ritirato alle sei tutte le sedie: Via principe di Belmonte è deserta. Tutti i negozi di Via Ruggero Settimo abbassano le saracinesche e Via Maqueda torna buia e spenta.
Chi cammina a piedi, si sente quasi insicuro, isolato da tutto questo vuoto, non abituato a questa solitudine. Moltissimi servizi commerciali hanno deciso di chiudere fino al 3 aprile nonostante potessero rimanere aperti fino alle 18.
Una Palermo sempre così accogliente e solidale, ha dovuto fare i conti con la distanza: così il postino lancia la posta al tabaccaio per evitare ogni contatto, resiste ancora un fioraio in Vucciria. Ad essere pieni però sono solo i supermercati, dove però si entra a turno ; preso d’assalto Lidl, ma anche tutti i Carrefour dove la maggior parte dei clienti con mascherina spinge con i guanti di lattice carrelli pieni di casse d’acqua. Da Prezzemolo e Vitale, il supermercato più esclusivo, il foglio dei domicili è un elenco infinito, come riporta Repubblica: «Consegniamo fino alle 22» avvertono.
In giro, per la prima volta dall’inizio dell’incubo coronavirus, si respira la paura. Soprattutto sui volti di commessi e cassieri. «Non sappiamo chi abbiamo davanti, non possiamo difenderci» dicono dai supermercati dove cresce la richiesta di mascherine.
In questa immensa solitudine, anche la solidarietà è rimasta a casa, ed i clochard sono sempre più soli, abbandonati al loro destino.
Molta incertezza si legge sui volti delle persone anche in merito alle autocertificazioni, come affermano gli operatori della polizia, in un articolo di Repubblica:
“Ancora non abbiamo a disposizione i fogli delle autocertificazioni mai cittadini si fermano per chiederci indicazioni. C’è ancora smarrimento“. Auto che vengono fermate a campione, e nel pomeriggio sono cominciati i controlli più serrati da parte della polizia.
Chi viola l’autocertificazione che giustifica gli spostamenti, dichiarando il falso, rischia una denuncia per falso ideologico e inosservanza agli obblighi dettati dall’autorità. E autocertificazione si può redigere anche su un foglio bianco se non si ha la possibilità di scaricare il modulo dal sito del ministero.
C’è chi addirittura teme i controlli per paura del contagio, non vedendo i poliziotti indossare alcuna mascherina: “Un’automobilista mi ha chiesto di lanciarle a distanza il documento. Comprendiamo i timori e cerchiamo di rassicurare“.
Il virus rappresenta anche l’ecatombe per piccole e medie imprese: così vengono invocati a gran voce degli ammortizzatori sociali che aiutino le famiglie in difficoltà.
I veri eroi del momento sono al tempo stesso medici ed infermieri che non si fermano un attimo per aiutare tutti e cercare di contenere i contagi ma la tempo stesso sono lasciati soli. E sul fronte emergenza l’SOS forte lanciato da ospedali come l’Ingrassia di Palermo è la mancanza di mascherine, e non solo, sono in generali carenti le attezzature necessarie.
Prosegue il lavoro anche da casa degli alunni e degli studenti, affinché non venga alimentata la dispersione, in un metodo di didattica sicuramente alternativo.
Insomma il coronavirus sta sicuramente cambiando la società odierna.
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