Tassi al 250 per cento: confiscati 17 milioni al “monaco” usuraio
Francesco Abbate, 66 anni, aveva costruito un impero economico.
Una vittima: ” Ho iniziato a pagare quando c’era ancora la lira”
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola
Nella sua rete di usuraio erano finiti in tanti a Palermo. Dall’impiegata al negoziante, dall’albergatore alla casalinga, e poi molti imprenditori. Francesco Abbate, 66anni, detto il “monaco” per la religiosità che ostentava, aveva messo in piedi una grande sistema di prestiti e ricatti. Imponeva tassi fino al 250 per cento. E in tanti non riuscivano a pagare.
Questo l’inizio dell’articolo di Salvo Palazzolo che ricostruisce la carriera e le vicende giudiziarie di un usuraio palermitano che oggi si vede sequestrato un enorme patrimonio dal valore di 17 milioni di euro.
Il “monaco” passeggiava nella zona di via Maqueda ed è considerato lo strozzino più famoso di Palermo. Dava ad altre vittime gli assegni ricevuti dagli ultimi usurai. Una ricostruzione possibile solo dopo tanti anni grazie alla denuncia di alcune vittime: si scoprono poi una trentina di storie, tristi e disperate.
Un impiegato ha raccontato di aver iniziato a pagare «quando c’era ancora la lira » , un ricatto proseguito dal 2002 al 2011. Un imprenditore ha dovuto cedere un pezzo della sua azienda perché non riusciva più a far fronte ai debiti, scrive Palazzolo, che elenca altre situazioni in cui era chiesto l’intervento dell’usuraio, che agiva tempestivamente però dietro garanzie come diritti di usufrutto su case e appartamenti o gioielli e orologi costosi. Ecco perchè fra i beni che gli sono stati confiscati risultano ben 42 immobili.
..nel 2018, la corte d’appello di Palermo gli ha inflitto 7 anni di carcere, che sta scontando. Adesso, arriva la conclusione del procedimento di prevenzione ..che mette i sigilli a un tesoro intestato a familiari e prestanome dell’usuraio</strong>, scrive Palazzolo in conclusione di articolo.
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