Dopo il provvedimento governativo che chiude bar, ristoranti e pizzerie in tutta Italia, anche a San Benedetto del Tronto il ristorante “Rigatoni” gestito da Moris Carrozzieri, indimenticato ed amatissimo ex giocatore rosanero, ha abbassato la sua saracinesca. Un cartello posto davanti il locale avvisa:
“Per il bene di tutti noi abbiamo preso questa decisione. Stiamo a casa, sperando che tutto si risolva, ci vediamo il 3 aprile. Un abbraccio a tutti, anche se non si può.”
Abbiamo raggiunto telefonicamente Moris Carrozzieri per conoscere più da vicino come la regione Marche sta vivendo l’emergenza coronavirus:
“La situazione sanitaria in alcune città è un po’ complicata, nelle Marche sono circa 900 le persone contagiate e gli Ospedali stanno cercando di far fronte a questa emergenza. Tutti i locali naturalmente hanno chiuso, ma la Regione riconoscerà ai dipendenti il periodo di assenza obbligata dal lavoro. Penso però che il provvedimento sia tardivo. Era meglio chiudere tutto sin da subito, che senso ha avuto in precedenza obbligare i bar ed i ristoranti a chiudere alle 18? Chi veniva a pranzo non poteva avere il virus? Meglio, secondo me, lasciare aperti solo i supermercati e predisporre una chiusura totale per 20/30 giorni. Adesso la situazione sarebbe stata senz’altro migliore, come è accaduto a Codogno.”
Nonostante i divieti però molte persone da Milano continuano a spostarsi verso il Sud:
“Questa gente secondo me non ha coscienza. Tutti abbiamo una famiglia, ma c’è tempo per stare insieme. In questo modo si mettono a rischio i propri familiari. Dico che sono persone disadattate, non capiscono che spostandosi dalla zona più colpita dal contagio possono diffondere il virus nelle zone dove la situazione è più tranquilla. Si deve cercare di evitare qualsiasi spostamento, restare a casa ed aspettare la fine di questa emergenza.”
Tu e la tua compagna Ketty presto diventerete genitori, come state vivendo questa attesa?
“Vivo a San Benedetto del Tronto, ma attualmente mi trovo in Abruzzo dalla mia famiglia d’origine. La mia compagna è rimasta nelle Marche, ma stiamo osservando in maniera rigida le prescrizioni previste dal Decreto e da lunedì torneremo a stare insieme. Durante questo periodo di isolamento non abbiamo visto nessuno. La nostra bimba nascerà a luglio, ma Ketty è un po’ preoccupata, ha un po’ di ansia, ma fortunatamente qui da noi la gente osserva in maniera scrupolosa i divieti, se si dice di restare a casa, le persone restano a casa.”
Pensi che queste misure serviranno a contenere il contagio?
“Spero di si, a Bergamo la situazione è veramente drammatica. Ho tanti amici che vivono li e sono preoccupato per loro. Ho sentito Cristiano Doni ed un altro amico ed entrambi mi hanno raccontato che si vive una situazione surreale. Da noi non è così grave. Mi auguro che la gente comprenda che deve rimanere a casa e che è fondamentale non avere contatti con altre persone.”
Il calcio si è fermato, nonostante il parere contrario di qualcuno che auspicava di continuare a giocare a porte chiuse. Tu che ne pensi?
“Anche se si gioca a porte chiuse, in una squadra ci sono 25/26 giocatori che si allenano, i preparatori atletici, i fisioterapisti, i massaggiatori, i dottori, stanno a stretto contatto tra loro ed il rischio del contagio è altissimo. E’ logico che si doveva fermare tutto, anche molto prima, secondo me.”
Hai pensato a cosa farai per prima cosa quando questo incubo finirà?
“Con una ventina di amici abbiamo creato un gruppo su Skype per condividere queste giornate di isolamento. La prima cosa che farò, sarà quella di organizzare una cena con loro, una bella rimpatriata per ricominciare finalmente a vivere una vita normale. Poi spero che ricominci subito il campionato per tornare a Palermo e festeggiare con i tifosi rosanero la promozione in serie C. ”
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