Quando è scoppiata l’emergenza coronavirus, e le conseguenti restrizioni del Governo, ci siamo chiesti: e tutte quelle attività all’aperto? Venditori ambulanti, attività di bancarelle e roba simile che fine faranno? E poi, le prostitute come si devono qualificare?
In Italia la prostituzione non è reato per cui passeggiare in abiti succinti lungo strade isolate e vendere il proprio corpo non è vietato per legge. Questo in tempi normali. E durante l’emergenza?
Il Governo fa sapere che si può uscire da casa per andare a lavorare. E’ consentito. Non specifica il decreto che tipo di lavoro si debba fare.
Avrà fatto questo ragionamento la giovane rumena che si prostituisce lungo la statale Adriatica vicino Cervia, nella zona di Ravenna.
Come riportato dal Resto del Carlino, la giovane lucciola è stata fermata ed identifica due volte. La prima nella notte di giovedì e la seconda la notte di venerdì.
Ed in entrambi i casi l’hanno denunciata per inosservanza del provvedimento del Governo legato al contenimento della diffusione del Covid-19.
Per evitare la denuncia, la giovane ha cercato di convincere i Carabinieri della locale Compagnia che stava lavorando per provvedere al suo sostentamento. Per lei il suo è un caso che rientra perfettamente tra quelli contemplati dalla legge e riguardanti tutti i lavoratori autorizzati a recarsi al lavoro.
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Dovrebbe aprire la Partita IVA in merito, come sentenziato dalla Corte Costituzionale con la rispettiva pronuncia n. 141/2019.