La proposta arriva da Antonio Cascio, professore di Malattie infettive e tropicali all’Università di Palermo: un braccialetto elettronico per coloro i quali risultano positivi e sono in isolamento a casa, mentre viene anche valutata l’estensione del tampone per gli asintomatici.
Un metodo che è stato già sperimentato in Corea e in Veneto e che serve ad evitare ulteriori epidemie in ospedali; il tutto motivato dal fatto che le misure di distanziamento sociale potrebbero non bastare in vista delle prossime due settimane, in cui sono previsti casi in aumento in Sicilia.
A tenere in agitazione è ciò che riguarda la terapia intensiva, e ne parla il professore in un’intervista alla Repubblica:
“Nelle prossime due settimane – dice – purtroppo e molto verosimile che anche in Sicilia aumenteranno le diagnosi di polmonite da nuovo coronavirus e che un numero sempre maggiore di pazienti dovrà ricorrere a cure intensive. Correttissime, ma probabilmente non sufficienti saranno le misure di distanziamento sociale che hanno fondamentalmente lo scopo di evitare che troppe persone si ammalino nello stesso intervallo temporale saturando i posti in terapia intensiva“.
Il rischio elevato sta anche nei contagi in ospedale: “Ribadisco l’importanza di eseguire il tampone a tutti coloro che vengono ricoverati in ospedale per febbre e sintomi respiratori – dice – in maniera tale da evitare che pazienti infetti possano esser causa di epidemie intra-ospedaliere”.
Il professore Lo Cascio continua insistendo sul fatto che i controlli debbano essere più serrati, strategie atte a far si che la curva epidemica da esponenziale si appiattisca:
“A parte il distanziamento sociale è fondamentale una quarantena rigida dei controlli – insiste – e un isolamento rigido dei positivi che non necessitano di ricovero. Ricorrerei anche al braccialetto elettronico“.
Così Cascio cita il modello Corea e il modello Veneto: “Se vogliamo che la curva epidemica non continui a salire in maniera esponenziale, dovremmo molto banalmente fare quello che è stato fatto in Corea del Sud e che anche la Regione Veneto si sta apprestando a fare, ovvero aumentare l’offerta del tampone alle persone asintomatiche in maniera tale da isolarle se positive al test… ovviamente il test dovrà essere successivamente offerto prioritariamente a tutti i contatti stretti delle persone che verranno riscontrate positive”.
Tutte queste misure però richiedono un incremento di personale ed apparecchiature non indifferente, nonché il potenziamento dei servizi di microbiologia in cui viene eseguito il test e i servizi di igiene e Sanità Pubblica. Bisogna eseguire più tamponi possibili, le persone positive devono essere poste in quarantena e i loro contatti isolati o è necessario che venga data loro la possibilità di eseguire il test ogni 4 giorni e per i successivi 14 giorni fino a quando il test non risulti essere negativo.
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