Il tecnico: “Mi manca la famiglia rimasta ad Ascoli. L’emergenza finirà e dovremo farci trovare pronti”
L’emergenza lo ha costretto a chiudersi in casa. Da solo o quasi. Un ritorno alle origini, senza moglie e figli rimasti “prigionieri” ad Ascoli.
Inizia così l’articolo di Salvatore Geraci sul Corriere dello Sport, oggi in edicola.
Le abitudini di vita ed i pensieri del mister rosanero ai tempi del coronavirus: Pergolizzi è rimasto da solo a Palermo, poichè moglie e figli sono ad Ascoli e non si possono ricongiungere.
Ma la sua è una solitudine divisa con i pochi familiari: per fortuna vive in una villetta a schiera dove accanto abitano il fratello, la cognata ed i nipoti.
Dunque, tutto il giorno, o quasi, da solo, a telefonare ai suoi, leggere, riposare, guardare tv, studiare in attesa di capire cosa c’è fare., scrive Geraci che sottolinea anche come il tecnico rosanero ceni presto per poi bere una tisana di biancospino contro palpitazioni e nervosismo. Le serate sul divano fra un sonno ed un risveglio improvviso. E di giorno prove di rilassamento facendo jogging nei viali della villetta, fermato dai dolori.
“Non si capisce nulla, la mattina ognuno si sveglia e fa quello che vuole, non vedo niente di bello all’orizzonte… La salute prima di tutto, siamo preoccupati e ci auguriamo che si possa, al più presto, tornare nella norma. Ma, finché c’è un malato, esiste il rischio. Il contagio di calciatori di serie A, ai quali va la nostra solidarietà, prova che, anche in condizioni di estrema cautela, siamo esposti al virus”.
E quella sua sensazione che prima di maggio il campionato sicuramente non ricomincerà..
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