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Il calcio come maggiore veicolo di contagio? Ci può stare…

Questa mattina leggendo un’intervista sul Corriere dello Sport ad un noto virologo di Roma, il dott.Le Foche, in prima linea nella battaglia al coronavirus, ho iniziato a riflettere su questo aspetto. Una riflessione partita da Bergamo che poi si è allargata in generale.
Com’è possibile che proprio Bergamo sta conoscendo quest’epidemia in maniera così ampia? Cos’è successo di particolare?
D’accordo che è un punto strategico dal punto di vista economico e di scambi lavorativi. Ma non mi sembra sufficiente perchè allora dovremmo trovare cifre molto alte anche nelle città italiane con cui i bergamaschi sono entrati in contatto per motivi di lavoro.
Il dott.Le Foche pensa che lo stadio possa essere stato un luogo di contagio, durante il match di Champions Atalanta-Valencia.
Lo stadio cioè sarebbe servito da moltiplicatore straordinario della diffusione del virus. Se pensiamo all’andamento della gara, all’entusiasmo che ha scatenato, agli abbracci e baci tra tifosi della Dea, l’ipotesi del virologo romano è davvero attendibile. Migliaia di persone che si infettano la stessa sera e portano a casa il virus, ad insaputa dei familiari che a loro volta diventano veicoli di contagio.
Ragioniamo più in generale. Qual è il luogo dove si registra il maggio numero di persone presenti nello stesso momento? I concerti e le gare sportive. Ma i concerti non sono così frequenti nè così popolati come gli stadi. E se si esclude il basket, dove i palazzetti riescono a riuniere solo qualche migliaio di spettatori (in A1), sono soltanto gli stadi in cui si registrano i più grossi assembramenti del territorio italiano e non.
Soltanto in uno stadio è possibile vedere 20-30 mila persone strette strette che sono potenzialmente a rischio contagio.
Riflettiamoci, soprattutto per il futuro, quando le cifre dei positivi inizieranno a scendere e ci sembrerà che tutto sia finito.
E magari qualche club, spinto dl vile denaro, farà anche pressioni per non giocare a porte chiuse.
Forse, per quest’anno, per eliminare definitivvamente qualsiasi pericolo, sarebe il caso di concludere tutti i campionati a porte chiuse.
Perchè basta uno, un positivo soltanto che dentro uno stadio può ricreare una nuova moltiplicazione.

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