Era il 19 febbraio 2020, Atalanta-Valencia, per il club bergamasco si scriveva la storia, eppure per l’Italia forse si segnava a grandi linee l’inizio di un declino senza precedenti, il punto focale di espansione del contagio dalla città di Bergamo.
Ad affermarlo, sulle pagine del Corriere dello Sport, è proprio il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro.
La partita si giocò a Milano con oltre 44.000 mila tifosi atalantini pronti a vivere un big-match d’altri tempi: anziani, bambini, giovani, molti ammassati in una stessa linea di metro da condividere,come denuncia anche una giornalista, e anche lo stesso bicchiere di birra tra ultrà del Valencia e dell’Atalanta.
Nelle ultime ore a lanciare l’indiscrezione di questa partita come momento zero del contagio è l’Istituto Superiore di Sanità nella persona di Silvio Brusaferro che afferma: ”
Questa è una delle ipotesi che si vagliano, è difficile analizzarle, ma è un’ipotesi – le sue parole in conferenza stampa – credo sia importante, anche per gli abitanti di quelle zone, mantenere, in maniera rigorosissima, le raccomandazioni e i comportamenti raccomandati. Quello che censiamo oggi è dato da comportamenti di una settimana or sono per le infezioni e, per i decessi invece, di 10-15 giorni fa”.
Sembra infatti che circa sei giorni prima della partita, l’epidemia avesse colpito proprio il sud della Spagna con uomo morto il 3 marzo e risultato positivo al Covid-19. Da qui l’ipotesi che tra i 2.500 tifosi spagnoli arrivati a Milano, ci possa essere stato qualcuno positivo entrato in contatto con qualche tifoso dell’Atalanta.
Non è un caso del resto che anche il famoso giornalista Kike Mateu abbia fatto la comparsa in conferenza stampa e pochi giorni dopo abbia scoperto di essere positivo al coronavirus; probabilmente aveva già contratto il virus a Valencia e lo ha portato in valigia, e avendo stretti contatti con gran parte del personale durante interviste e non solo.
Una gara che in origine era considerata ad alto rischio per via del gemellaggio tra i valenciani e gli interisti della Curva Nord: cosa che non si è assolutamente verificata. Al contrario il clima è stato abbastanza disteso e sereno. I sostenitori del Valencia e dell’Atalanta hanno consumato panini sotto le stesse bancarelle, bevuto dallo stesso bicchiere di birra, scambiato gagliardetti e foto ricordo.
Ed inconsapevolmente in quel frangente hanno dato modo al propagarsi inarrestabile di un virus invisibile che sta mietendo vittime ogni giorno sempre più numerose.
Tutto questo forse era evitabile.
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