Prosegue il discorso del Premier Conte, intervenuto quest’oggi alla Camera dei Deputati per riportare sulla situazione Coronavirus sul Paese.
“Questi loro medici offriranno il loro contributo nelle aree più colpite. Il Governo è pienamente consapevole che l’epidemia richiede una significativa risposta economica da parte delle istituzioni nazionali, europee e internazionali. Fin dal primo focolaio abbiamo tutelato i lavoratori e le imprese coinvolte nell’emergenza.”
A questo punto il Premier Conte ha fatto un nuovo sunto dei vari DPCM e interventi governativi volti a sostenere il tessuto socio-economico del Paese, oltre alle misure stanziate dall’UE per sostenere i paesi nella zona europea maggiormente in crisi a causa del Covid-19.
“L’impegno del Governo nel sostegno all’economia trova nel Decreto Cura Italia soltanto un primo passo, seppur significativo e non trascurabile. Ma tutto ciò non è sufficienti. Stiamo in queste ore lavorando per incrementare il sostegno alla liquidità e al credito, stiamo mobilitando circa 350 miliardi di euro. Col nuovo decreto vogliamo adottare provvedimenti altrettanto significativi, e interverremo anche con stanziamenti di non minore importo rispetto ai 25 miliardi già stanziati col primo decreto. Per questa ragione il Governo sta valutando tutte le iniziative per garantire a famiglie, imprese e lavoratori per affrontare e superare questo momento di grande ristrettezza. Dobbiamo lavorare oggi per semplificare il nostro sistema, per dare impulso agli investimenti pubblici e privati, per uscire dall’emergenza e ritornare a correre.”
“Dovremo superare le rigidità strutturali, per esempio su edilizia e opere pubbliche. Dobbiamo far trovare il sistema paese preparato ad affrontare qualsiasi tipo di emergenza. Dobbiamo rafforzare il nostro sistema di ricerca, il nostro servizio pubblico di qualità. Queste settimane di lotta ci hanno mostrato l’importanza di rafforzare e preservare alcune filiere produttive, come quelle degli apparecchi ospedalieri e dispositivi medici. Al momento sono disponibili 50 milioni di euro per le imprese che vogliono convertire la propria attività nella produzione di camici, mascherine, macchinari, etc.”
“L’emergenza ci mostra l’importanza di tutelare le nostre industrie strategiche, non possiamo trascurare nulla. I più preziosi asset del paese vanno protetti a qualunque costo, a partire dal prossimo provvedimento che stiamo preparando per aprile. Va data una sterzata alla trasformazione digitale del nostro paese, soprattutto per la scuola, l’università e il lavoro. Questa prova durissima deve essere un’opportunità per potenziare la connettività, la formazione digitale, l’innovazione tecnologica. Assicurando a tutti i cittadini la parità di accesso ai servizi informatici. Il nostro paese avrà bisogno di un assetto normativo semplificato, per sostenere l’economia nella fase di uscita e di ripresa dalla crisi.”
“La recessione che investirà l’intero componente europeo assume i caratteri di uno shock esterno e simmetrico. Non vi deve essere la frammentazione dei mercati finanziari. La clausola di salvaguardia deve essere approvata, e una volta approvata questa permetterà di discostarsi ulteriormente dagli obblighi di bilancio, e questo sarà essenziale per poter procedere a ulteriori stabilimenti di risorse necessari alla ripresa economica.”
“L’Europa unita inizia a fare tutto ciò che è necessario. Risposte tardive saranno del tutto inutili. I bilanci dei paesi membri dovranno mobilitare nel 2020 risorse pubbliche, e soltanto un percorso di sinergia potrà portare l’eurozona ad una crescita sostenuta nel futuro. L’Italia sta lavorando alla creazione di istituti di debito comuni per l’eurozona, per costruire un’adeguata linea di difesa. Ho portato avanti nelle ultime ore un’iniziativa condivisa dai capi di stato di altri otto stati membri dell’unione: l’obiettivo di questa lettera è quella di ribadire che l’epidemia causata dal covid-19 sta causando uno tsunami, che può essere affrontato facendo ricorso a misure eccezionali. Bisogna rafforzare i sistemi sanitari dei singoli stati europei. Nessun paese può accettare, soprattutto l’Italia, che altri paesi non raccolgano questa soglia di attenzione massima.”
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