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Serie A: la stagione forse è finita. E scoppierà il caos

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Dopo le dichiarazioni del Ministro Spadafora sull’impossibilità di riprendere i campionati il 3 maggio, si profila sempre di più l’ipotesi che il campionato di serie A possa non riprendere più visto che si devono giocare ancora 13 turni. E su come concludere questa stagione, non c’è accordo fra i club: alcuni vogliono congelare la classifica, altri andare avanti fino ad agosto. Interviene il presidente dell’associazione calciatori Tommasi:
“C’è il rischio di chiudere qui la stagione. Domani sul tavolo abbiano un elemento in più rispetto alle scorse settimane perché dopo le parole del ministro Spadafora la preoccupazione che si chiudano qui i campionati c’è: occorre dunque porsi il problema della chiusura della stagione da un punto di vista sportivo, dei contratti, insomma formale. Sul taglio degli stipendi cerchiamo se possibile una soluzione comune, la Juve è andata avanti ma non ci ha colto di sorpresa, sapevamo tutto e non ci sentiamo delegittimati (Chiellini è un consigliere): se non ci sono contenziosi tra club e giocatori non siamo tenuti a intervenire, se loro hanno trovato un accordo va bene così“.

Sul Corriere dello Sport, oggi in edicola, l’intervista con Damiano Tommasi, di Alessandro Barbano.

Tommasi, presidente dell’Associazione Calciatori fa chiarezza sui temi caldi sul tavolo in questi giorni.
«Chiediamo sicurezza. Bene l’accordo Juve».
«Non mi sento delegittimato dall’accordo, Chiellini mi aveva informato. Sulla ripresa, sono stato chiaro da tempo: si seguano Governo e scienziati
E noi non avremmo problemi a giocare d’estate».
Se si chiudesse qui il campionato, dovremo indicare il nome delle squadre che vanno in coppa e non decretare per forza un vincitore. Nessuna decisione accontenterà tutti.
L’allarme dei medici sportivi è anche il nostro. Prima di ripartire sarà necessario certificare l’idoneità fisica. La polmonite non è una barzelletta.
Ricominciare a porte chiuse non so se sia un sicuro. Noi non abbiamo paura, siamo dei professionisti, ma ci sarebbe il rischio di portare in giro il contagio”.

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