Le rilevazioni di una società elvetica attraverso le sim dei telefonini. A Palermo centro spostamenti ridotti del 70%, ma in periferia la percentuale scende. E in provincia solo la metà a rinunciato a muoversi.
Fermi tutti, anzi tre su cinque. A casa più in città che in provincia.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.
Nelle città siciliane si rispetta di più la quarantena rispetto ai piccoli o medi comuni di provincia dove il divieto di uscire di casa, se non per necessità, viene preso meno alla lettera.
Inizia così l’articolo di Francesco Patanè che riporta i dati su tutti gli spostamenti dei siciliani.
Lo studio è stato condotto a livello nazionale ed ha riguardato 27 milioni di italiani: si sono studiati gli spostamenti attraverso i dati forniti dalle schede telefoniche, prendendo in considerazione un intervallo maggiore di un mese: dal 23 febbraio al 26 marzo. I dati sono stati foniti dai gestori telefonici in maniera assolutamente anonima.
Si è visto che possono variare da città a città ma soprattutto in alcune grosse città, anche rispetto ai quartieri. A Palermo ad esempio gli abitanti delle zone centrali sono più virtuosi rispetto alla periferia.
I residenti del centro residenziale di Palermo, quelli che abitano nelle zone Politeama, Libertà, Sciuti, Zisa e tribunale, hanno ridotto i tragitti giornalieri del 72 per cento, un dato in linea con le grandi città del Centro- Sud, mentre nei quartieri periferici, da Borgo Nuovo a Brancaccio, passando per lo Zen e le borgate marinare di Mondello e Sferracavallo, la riduzione arriva appena al 60 per cento, scrive Patanè che traduce queste percentuali in numeri sottolineando che si valutano 600 mila spostamenti in meno al centro contro i 480 mila della periferia.
Ed anche a Catania si osserva una differenza fra città e provincia: in sintesi quasi la metà (53%) dei telefonini dei catanesi che vivono in provincia, il 26 febbraio si sono mossi da casa.
Ed in Sicilia la città più obbediente alle norme è Messina con un 76% in meno rispetto a prima dei decreti Covid. Ma su questo dato potrebbe influire anche il blocco dei traghetti che si stima faccia muovere circa un 8% al giorno.
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