Chiese aperte a Pasqua! La proposta di Salvini

Il governo boccia Salvini: “Non vanifichiamo gli sforzi”.
Zaia: “I tecnici dicono no”

Bene o male, l’importante è che se ne parli.
Forte di questo motto probabilmente l’onorevole Salvini prova in tutti i modi a far parlare di se. Da persona molto intelligente ha capito che dopo anni di gloria indiscussa, la sua popolarità vacilla e i consensi per il premier Conte o altri rappresentanti del Governo crescono. Ed allora ogni giorno ne trova una per cercare di riprendersi la scena, anche a costo di andare contro corrente o contro qualsiasi evidenza.
E’ il caso della sua ultima proposta che ci racconta su Repubblica, oggi in edicola, Tommaso Ciriaco.

Si spinge dove né le regole del Viminale, né la Cei e il Vaticano, e neanche la scienza intendono arrivare: a Pasqua, sostiene Matteo Salvini, si dovrebbero organizzare messe in tutta Italia, anche se per un numero di fedeli contingentati. Una proposta che calpesta la ratio della dolorosa quarantena a cui è sottoposto il Paese, parrocchie comprese. E che riceve un coro di no…
A cominciare proprio dai suoi fedeli leghisti a capo di Regioni come la Lombardia ed il Veneto: “So che molti cattolici chiedono la riapertura o la possibilità di celebrare la Pasqua, ma ricordo che l’Istituto Superiore di Sanità disse “assolutamente no”. Anche perché in letteratura ci sono casi di grandi contagi nelle celebrazioni religiose”.
E il governatore lombardo Fontana emette un’ordinanza che obbliga l’uso delle mascherine anche per chi esce…figurarsi gli assembramenti nelle chiese.
Per non parlare della Chiesa con Papa Francesco che ha dato il via libera alle celebrazioni pasquali in streaming.
Scende in campo anche Rosario Fiorello:” Non è che uno voglia negare il diritto di culto. Ma non credo che Dio accetti le preghiere solo da chi esce di casa e va in chiesa. Secondo voi, nostro Signore dice “e no, se preghi a casa tua la tua preghiera non mi piace, devi pregare in chiesa?”. Se io a casa ho un crocifisso e mi metto così, anche qui in cucina, e prego, ma non è la stessa cosa?».
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