Alla società la lettera di uno studio legale Petroni: ” Cerchiamo soci, non vendiamo”.
I dipendenti del club in attesa da tre mesi degli stipendi hanno chiesto il pagamento delle loro spettanze.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola
Il 5 marzo scorso, la Alivision, proprietaria del Trapani, ha ricevuto un documento scritto, con cui un avvocato romano ha inoltrato una manifestazione di interesse per l’acquisto del club granata.
Inizia così l’articolo di Fabio Tartamella che riporta il contenuto della lettera ricevuta dal club granata:
«Ho ricevuto incarico da un mio primario cliente, società di capitali, di manifestarvi il vivo interesse dell’acquisto delle quote costituenti l’intero capitale sociale della Trapani Calcio srl, di cui la vostra società è titolare. A tal fine vi significo che il prezzo offerto è di 240 mila euro… in caso di vostro riscontro positivo alla presente, provvederò immediatamente a comunicarvi gli estremi della società acquirente »
Ma il Trapani cerca solo soci e non chi vuole comprare la società per intero.
La vicenda però assume i soliti connotati già visti, come ad esempio a Palermo con Follieri: trattiamo e ti svelo imiei progetti da una parte ; svelami i tuoi prgetti ed iniziamo a trattare da quella della società.
Puntualizza Fabio Petroni, rappresentante dell’Alivision, per conto del Trapani:
“Alla nostra richiesta non sono state fornite né la ragione sociale né la consistenza economica- finanziaria, che deve soddisfare gli stringenti requisiti stabiliti dalla Figc in materia di cessioni. Ciò ha comportato l’impossibilità di prendere in considerazione la manifestazione di interesse. Stiamo dialogando con qualificate e solide aziende siciliane per un ampliamento della base sociale del Trapani Calcio”.
Tutto questo con lo sfondo del nodo relativo al passaggio di proprietà che ancora vede un contenzioso fra la FM Service di Maurizio De Simone e la Alivision.
Intanto, ieri è scaduto l’ultimatum di venti dipendenti del Trapani, che, in ritardo di tre mesi sugli stipendi, hanno chiesto, con una lettera indirizzata al direttore generale Giuseppe Mangiarano, il pagamento delle loro spettanze, scrive Tartamella in conclusione di articolo.
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