Quanto accaduto nelle scorse ore a Messina è sintomatico di una situazione mal gestita fin dal proprio sorgere. L’emergenza Coronavirus aveva portato alla ribalta il Sindaco Cateno De Luca, che a forza di dirette Facebook si era reso protagonista di scene da commedia.
Il Sindaco di Messina era venuto nei giorni scorsi alla ribalta della cronaca nazionale a causa del pugno duro che intendeva adottare nei riguardi dei trasgressori delle disposizioni governative per limitare il contagio da Coronavirus. Così negli scorsi giorni il sindaco aveva iniziato a far girare i droni per la città, aveva notevolmente limitato gli sbarchi sullo Stretto, ed era persino entrato in un forte dibattito con il Ministro Lamorgese.
Un pugno duro che si giustificava con l’emergenza che imperversava su tutto il territorio nazionale, mentre un po’ meno tendeva a giustificarsi l’esibizionismo social di cui faceva tanto sfoggio. Adesso sorge, però, una nuova questione che da qualche ora a questa parte sta facendo pian piano discutere tutta Messina.
Secondo quanto riportato da IlSicilia, l’11 aprile scorso si sarebbero svolti nel capoluogo messinese il funerale di Rosario Sparacio, fratello del boss Luigi, appartenente al clan di Giostra. Stando a quanto scritto ancora dal giornale IlSicilia, il corteo funebre avrebbe visto la partecipazione di un centinaio di persone.
Una questione destinata a far parlare di sé per la gravità dei fatti avvenuti, in piena contraddizione con i DPCM emanati in queste settimane e con l’atteggiamento di rigore preteso da De Luca per tutti i messinesi.
Nella serata di ieri è anche arrivata la risposta del Sindaco, che prende le distanza da quanto avvenuto dichiarando che è sempre stato “lontano dagli ambienti mafiosi ed ho sempre combattuto ogni forma di mafia. Se avessi avuto contezza di questa vicenda avrei agito prontamente come sono solito fare. La mafia mi ha sempre fatto schifo come ogni qualsiasi forma di sopruso! Non ho altro da aggiungere anche perché non intendo alimentare gli ipocriti professionisti della finta antimafia. La mafia si combatte con la buona e sana amministrazione e non con certi blasonati convegni o comunicati stampa utili a lavarsi la coscienza del non aver mai fatto nulla di concreto per sconfiggere il malaffare”.
Il Sindaco informa di aver appreso la vicenda “dalla stampa e che oggi ho avuto modo di approfondire con l’ufficio di gabinetto del questore con particolari che non posso assolutamente svelare!“.
Nella speranza che si possa far quanto prima chiarezza su una situazione di questo tipo, è lecito domandarsi come sia possibile che in una città sorvegliata da droni, pattugliata dalle forze dell’ordine statali e municipali, nessuno si sia accorto di nulla. Sono domande a cui sarà giusto rispondere nel nome di tutti i messinesi che in questi giorni stanno compiendo sacrifici umani ed economici per tentare di affrontare una crisi nazionale senza confronti negli ultimi settant’anni. Domande a cui dovrà essere data una risposta che non faccia pensare al solito “due pesi e due misure” a cui siamo stati fin troppo abituati da vicende che hanno condito la nostra terra fin dal sorgere del dopoguerra.
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