L’ad: “Partite di A al Barbera? Se giocano loro nel nostro stadio, allora significa che per noi è finita”.
Palermo, i protocolli per la sicurezza e la priorità dei campionati professionistici potrebbero decretare lo sospensione della stagione.
Promozione a tavolino? «È presto per fare previsioni, ma in caso di stop la Figc dovrà definire le classifiche».
Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola.
Mentre nel calcio professionistico inizia a prendere corpo l’ipotesi di una ripartenza, tra i dilettanti si fa sempre più lontano il rientro in campo.
Inizia così l’articolo di Benedetto Giardina che riprende le dichiarazioni dell’amministratore delegato rosanero, consapevole delle difficoltà a cui può andare incontro il calcio dilettantistico soprattutto per garantire i protocolli di sicurezza che il governo del calcio potrebbe imporre per la ripresa del campionato. E poi il tema in discussione in Figc in questi giorni e cioè la possibilità che alcuni club delle zone più colpite dal virus possano scegliere il Barbera come campo di gioco: in quel caso, ovviamente, per il Palermo sarebbe finito il torneo.
“In questa fase sicuramente la Serie D non riparte, però non metterei il carro davanti ai buoi, anche perché al momento nessuno è in grado di fare previsioni. Certo è che se i protocolli sono così stringenti e onerosi, è difficile immaginare che società con livelli organizzativi ed economici che ben conosciamo riescano a tener fede a certe prescrizioni. Oggi l’urgenza è quella di rimettere in campo la Serie A, poi vedremo quel che succederà… Se dovessero occupare gli impianti utilizzati da altre società il presupposto dovrebbe essere quello che le altre società non giochino. Basta saperlo il prima possibile e conoscere soprattutto le soluzioni che verranno attuate per le classifiche. Perché se dovessero far giocare la Serie A a Palermo, evidentemente non si giocherà in Serie D… In quel caso servirà un’intesa col Comune, ma concederemmo volentieri lo stadio… Noi siamo pronti e lo saremo anche per far fede a questi protocolli. Quante società in Serie D sono però strutturate come la nostra? Mica
possiamo giocare da soli. Per noi sarebbero costi in più, c’è chi li ha stimati in 80-100 mila euro e se così fosse, si tratterebbe di far fronte ad un ulteriore impegno. Non tutti però sono in grado di far fronte a tutto ciò, a quel punto bisognerà solo vedere come verrà gestita la questione classifiche… La A rischia di perdere 300 milioni dalle televisioni e il danno sarebbe enorme per tutti, dato che parte di quei soldi va anche alla Serie B, alla C, ai dilettanti e alla Federazione”.
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