L’opinione del professore di Rianimazione Antonino Giarratano: “Virus meno letale? Più tempo per prepararci buoni reparti e divieti rispettati”
Che il sud stia vivendo una situazione di privilegio rispetto alla diffusione del virus è un dato di fatto ed è argomento di studio anche da parte di chi analizza le situazioni per una ripartenza frazionata.
L’intervista di Giusi Spica, su Repubblica, oggi in edicola, con Antonino Giarratano professore di Anestesia e Rianimazione, membro del comitato regionale Covid e presidente designato della società scientifica dei rianimatori anestesisti italiani.
Vi riportiamo alcuni passaggi dell’intervista che potete trovare integralmente su Repubblica, in edicola:
“Ci sono almeno tre fattori: il primo è che il virus in Lombardia circolava da settimane quando si è registrato il primo caso a Codogno, mentre al Sud ciò non è avvenuto. Il secondo è che il Nord non ha goduto del distanziamento sociale precoce di cui ha beneficiato il Sud…Senza l’opportunità del “preavviso” e del lockdown, il disastro al Sud sarebbe stato una catastrofe, al pari o forse peggio rispetto al Nord. … In Sicilia, visti i pochissimi casi di fine febbraio, si è avuto il tempo di attivare i percorsi Covid. Dal 2 marzo il test è stato esteso a tutti i pazienti con polmonite virale che accedevano in ospedale. Solo a Palermo sono state intercettate nei primi 15 giorni di marzo 19 infezioni Covid senza alcun contatto cinese, lombardo o veneto.. misure più restrittive? Questo ha salvato la Sicilia che, con pochissime eccezioni, ha risposto ai “diktat… Le nostre Terapie intensive hanno avuto il tempo di prepararsi. Abbiamo intubato 3 o 4 pazienti al giorno e a ognuno di loro è stato dato un posto letto che non è fatto solo da un ventilatore, ma da tanta altra tecnologia e soprattutto da personale specializzato. Se in Sicilia, come accaduto in altre regioni, avessimo intubato 25 pazienti in un solo pronto soccorso in una sola notte e li avessimo portati in una Terapia intensiva attrezzata per 12 pazienti, magari adattando ventilatori di sala operatoria o di dubbia provenienza cinese, e avessimo dovuto affidare questi pazienti a personale reclutato in emergenza da altri reparti, la letalità sarebbe salita ben oltre il 18,6 per cento della Lombardia. La Sicilia ha avuto fortuna e opportunità che ad altri non sono state concesse. E però, con tutti gli atavici limiti strutturali e tecnologici, le ha colte e, pur con alcuni errori, ha agito con decisione”.
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