Torna a parlare il presidente e mette un punto fermo.
Mirri: ” Non so quali decisioni prenderà il calcio. Ma nessuno più di noi merita di arrivare in C”.
Questo il titolo del Corriere dello Sport, oggi in edicola
Dopo tre mesi di silenzio, parla il presidente Dario Mirri, approfittando di una ricorrenza a cui teneva particolarmente, il centenario della nascita di Renzo Barbera, suo prozio da parte di madre.
Inizia così l’articolo di Paolo Vannini che riporta le dichiarazioni del presidente Mirri. Il ricordo di Barbera ma anche le prospettive future della società con la certezza della promozione in Lega Pro.
“Io ho la certezza che tra qualche mese il Palermo non sarà più in serie D. In questi mesi, piuttosto che rilasciare considerazioni sul futuro sportivo delle competizioni ho preferito rivolgere il pensiero in silenzio ai medici e alle persone che stanno combattendo contro il virus. Ora che si comincia finalmente a intravedere un po’ di luce, è giusto soffermarsi sull’immediato futuro. Noi siamo pronti a tutto, accoglieremo le scelte istituzionali come abbiamo sempre fatto e possiamo ripartire in qualsiasi momento. Vorremmo vincere tutte le partite sul campo ma se non verrà completato l’ultimo quarto di campionato, non credo esista qualcuno in tutta la Serie D che meriti più del Palermo il passaggio di categoria. Per quanto dimostrato dall’inizio, sempre in vetta alla classifica, per rappresentare la quinta città italiana, ma anche per la solidità della nostra società, appena nata, capitalizzata e con zero debiti. Condizione che non possono vantare neanche molte società in Serie A.. Playoff? Ipotesi quantomeno fantasiosa, almeno per quel che ci riguarda…Il calcio cambierà, deve ridimensionarsi coerentemente con il mercato globale che si ritrova ad affrontare una strada in forte salita. Ma la tabella di marcia del Palermo resta identica: piano di sviluppo, settore giovanile, museo, polisportiva virtuale, e-commerce, percorsi già avviati. Dovremo solo correre più in fretta”.
“Per me Renzo è “IL Presidente”. Tutti gli altri, non siamo che custodi temporanei di un bene collettivo» sorride Mirri. «Anche oggi la sua figura rimane un punto di riferimento imprescindibile. Per lui giocatori e tifosi erano “di famiglia” e attorno a questi rapporti umani, si può sviluppare uno straordinario progetto imprenditoriale, come il nostro che punta su un senso di appartenenza finalmente ritrovato”.
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