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Lettera aperta a Dario Mirri

Mirri Palermo

di Benvenuto Caminiti

Carissimo presidente,

dall’1 marzo il mondo intero si è fermato per questa maledetta pandemia del coronavirus che io, vecchio come sono, sto patendo come peggio è impossibile … Eppure, ieri, il tuo intervento a “Zona vostra” del duo Amato-Tutone, mi ha risollevato lo spirito, e te ne sono profondamente grato.                                       

Dopo due mesi durante i quali mi sono sentito più solo che mai (intendo solo nell’anima), senza poter ritrovare il mio Stadio – io che, per un gravissimo lutto, ho dovuto disertare l’ultima partita, la più bella della stagione, quella del 4-0 al Nola – ho provato sulla  mia pelle, per la prima volta, dopo settant’anni di tifo rosanero, che significhi vivere senza la mia squadra del cuore.

Ebbene, tu ieri mi hai rassicurato su un punto fondamentale: con te e il tuo staff il Palermo è davvero rinato; con te e il tuo staff, il Palermo, con passi spediti e tutti alla luce del sole, sta riscrivendo, da dov’era stata interrotta brutalmente,  la sua STORIA. Che, dalle prime avvisaglie fin qui colte da noi tifosi rosanero, non potrà che essere una marcia inarrestabile verso le posizioni che,  per bacino d’utenza, cultura, tradizione e storia, spettano ad una città come la nostra.

“Io non so fino a quando sarò presidente … Ma sto vivendo un sogno e, tuttavia, non vorrei un giorno essere d’ostacolo allo sviluppo della società…”.

Parole, queste, di un’umiltà rara, che vuol dire amore vero per i colori, la bandiera, i tifosi, il calcio rosanero.

Ed ancora: “Per chi ne ha diritto abbiamo chiesto la Cassa Integrazione, ma ai giocatori, cui non spetta, noi paghiamo regolarmente lo stipendio…”.

E so che poche altre società – forse nessun’altra – sta facendo la stessa cosa, quindi stima, gratitudine e ammirazione per questo nuovo Palermo creato e gestito da persone perbene, competenti e appassionate come te, l’amministratore delegato Sagramola, il direttore sportivo, Castagnini, il responsabile del settore giovanile, Rinaudo e l’addetto stampa, il bravo e solerte Andrea Siracusa.

Ed infine, le parole che mi hanno toccato di più: “Il coronavirus poteva tagliarci le gambe, c’erano le ultime tre partite da disputare al “Barbera” ed era del tutto prevedibile un grande afflusso di pubblico allo Stadio, per il rush finale, che avrebbe sancito la promozione in C… Ad occhio e croce ci abbiamo rimesso due-trecentomila euro d’incasso, ma questo è il meno perché conta molto di più, e non ha prezzo,  l’affetto della gente!”. 

E finisco io la frase: “Affetto della gente che questo Palermo, rinnovato nel corpo e nell’anima, non perderà mai finché potrà contare su dirigenti innamorati dei colori come come siete tutti voi, dell’attuale staff rosanero!”.

Mi pesano anche troppo i settantanove anni che ho sul groppone, ma me li tolgo  di dosso con una scrollatina di spalle al solo pensiero che avrò comunque il tempo di vedere il mio Palermo, subito in serie C e, l’anno prossimo, in serie B. E tutto sotto la tua regia di presidente-tifoso, degno erede del “presidentissimo” per eccellenza, il tuo amatissimo zio Renzo Barbera. 

Con affetto e dedizione, mi firmo:

Benvenuto Caminiti,  tifoso vecchio, vecchissimo ma mai domo.