Certi problemi, tipo quello del Catania nascono da lontano ma solo facendo sistema si potrà uscire tutti quanti dalla crisi.
Giorgio Perinetti è tra i manager più esperti in Italia
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.
«La cosa che più dispiace è che di fronte a un fenomeno di portata epocale la reazione del calcio non è di sistema. Si ragiona con una visione personale».
Inizia così l’articolo di Valerio Tripi che intervista l’ex direttore rosanero Perinetti.
Vi riportiamo alcuni passaggi dell’intervista che potete trovare integralmente sull’edizione Palermo di Repubblica:
“Capisco che ogni lega ha i suoi problemi, ma il calcio se si vuole salvare deve lavorare in sinergia altrimenti sarà dura. È ovvio che qualcuno sarà svantaggiato perché si devono prendere decisioni straordinarie a fronte di una situazione straordinaria. Il coronavirus sta minando vari settori della produttività e il calcio è uno di questi con il suo miliardo di tasse versato all’erario e cinque miliardi di incassi per lo Stato in termini di sistema e di indotto. Tutti insieme si deve lavorare per fare ripartire la A che è la locomotiva del movimento, ma se non funziona la motrice, gli altri campionati, che sono i vagoni, nemmeno escono dalla stazione… se non ripartiamo noi, mentre lo faranno gli altri campionati, sarà la fine del calcio italiano. Il sistema si impoverirà e scapperanno tutti all’estero. E non è vero che il calcio è l’ultimo dei problemi, lo stato incassa fior di milioni di euro… Il Palermo sul campo ha acquisito già il merito per la promozione in C. Bisognerà capire come ripartirà il calcio di Lega Pro, con quante squadre e in che modo. Ci saranno problemi di iscrizione per tanti club. Sarà un mondo nuovo se si prende la palla al balzo per fare gli aggiustamenti necessari.
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