Il direttore di Libero, Vittorio Feltri, è sicuramente un uomo che ama molto far parlare di sè. Indipendentemente dai contenuti che cerca di esporre (facilmente opinabili). Nel suo ultimo editoriale sulle pagine di Libero l’attacco al Sud, in difesa del Nord, è ancora una volta sfrontato:
“Prima o poi il Nord lascerà l’Italia. Manca soltanto la Lombardia per creare una frattura tra le due Italie divise da una antipatia reciproca che si era sopita e che le polemiche sul virus hanno risvegliato in modo drammatico”.
“Attenzione, manutengoli ingordi, a non tirare troppo la corda – afferma Feltri – poiché correte il pericolo di rompere il giochino che fino ad ora vi ha consentito di ciucciare tanti quattrini dalle nostre tasche di instancabili lavoratori. Noi senza di voi campiamo alla grande, voi senza di noi andate a ramengo. Datevi una regolata o farete una brutta fine, per altro meritata”.
”Qui al Nord in particolare la gente è impaziente, non riscuote più lo stipendio, i piccoli risparmi familiari si sono esauriti, ovvio che punti a riprendere le proprie attività, questione di sopravvivenza. Non si tratta di correre in strada a suonare il mandolino, bensì di tornare in fabbrica pur con tutte le protezioni che evitino nuovi contagi“.
Parole cattive, al veleno, che di certo (proprio come vorrà lui) non passeranno inosservate. In una situazione delicata per tutto il paese, Vittorio Feltri con la sua penna si conferma ancora una volta il primo nemico del sud, scagliando tutta la sua immotivata e inspiegabile ira.
Voglio dire ha feltri che e’ solo un inbecille demente io mi.meraviglio di chi gli da retta a questo schifoso io lo prenderei ha calci sulle gengive.
Ma a questo cafone nessuno che gli insegni una lezione per impararlo a vivere?
A calci in culo andrebbe preso, per non dure altro…..
Dare importanza alle parole di Feltri,sarebbe una sua vittoria egocentrica. Però desidero che qualcuno gli procuri dei libri di storia in cui si parli dell’Italia prima dell’unità del risorgimento.