Appuntamento nostalgico con il passato, lo ha definito così Eleven Sport la particolare diretta che ha visto protagonista uno dei portieri più amati, con un passato al Palermo, proprio con la maglia rosa-nero.
Si tratta proprio di lui, Stefano Sorrentino, che non solo con le parate, ma anche con la sua grinta e con le sue dichiarazioni d’amore per la piazza, le sue lacrime dopo l’addio, non ha mai dimenticato la città e i tifosi.
E gli “Occhi della Tigre” non si sono voluti arrendere immediatamente abbandonando il terreno di gioco, con l’esperienza recente da attaccante con la maglia del Cervo.
Ecco le sue dichiarazioni rilasciate durante l’intervista con Jolanda de Rienzo:
“E’ più difficile fare l’attaccante in seconda categoria che il portiere. Mi sono buttato in questa nuova avventura, allenato da mio padre, mi sono sentito ancora vivo. Ho trovato un gruppo di ragazzi spettacolari, che giocano a calcio per hobby pur lavorando. Il gioco del calcio è bello in tutte le categorie“.
Il rigore parato a Ronaldo? “Non mi ha portato punti ed ero arrabbiato perché avevamo perso 3-0, vedere l’emozione del terzo portiere che esultava per me e i messaggi che arrivavano mi ha reso felice, finché c’è un rigore e Cristiano Ronaldo fa gol io sono contento, mi fa piacere essere stato il primo e finora l’unico a parargli un rigore“.
Sorrentino è ricordato come un grande campione eppure non è mai mancato un mantra da inculcare in testa, il continuare a dimostrare di essere il migliore:
“Ogni partita per me era una battaglia, una sfida, in questo modo sono riuscito ad arrivare fino a 40 anni a giocare in serie A che era il mio desiderio più grande“.
Che consiglio si può dare ai ragazzi in difficoltà? “Io credo che la serie A possa fare qualcosa d’importante, è la punta della piramide e può fare qualcosa per le serie minori. L’azienda calcio è la terza più importante in Italia e penso debba ripartire e subito bisognerebbe tutelare chi è meno tutelato, come i dilettanti. Io ho la mia idea, nel momento in cui c’è la salute bisogna ripartire con la giusta garanzia dove ci si era fermati. I soldi sono importanti ma servono per aiutare chi è in difficoltà“.
Che ne pensi di Pelagotti?– “Siamo amici ci sentiamo, è un portiere di categoria superiori. Sono stato uno dei primi a sapere che veniva a Palermo. Lui mi scrisse in anteprima per sapere se ci fossi io già lì. Era giusto che il Palermo puntasse su di lui per non avere problemi perché sappiamo che il ruolo del portiere è davvero difficile”.
Trattativa con il Palermo?– “Avevamo parlato, noi dobbiamo tanto al Palermo e ai palermitani. Mi hanno accolto come un eroe, dopo pochi mesi che siamo retrocessi come patto con me stesso per rispetto, mi sono sentito di rimanere. Avevo il dovere di riportare il Palermo dove meritava, una volta portato lì, in serie A sarei anche potuto andare via. Poi ho anche ottenuto la fascia ed è stata un’emozione fantastica, a metà stagione dopo una discussione in società con Barreto“.
Ballardini e quello scontro? “A Palermo in quegli anni lì c’erano troppe voci, da capitano mi sono sentito di difendere la squadra e si è arrivato allo scontro. Sono cose che nella vita servono. Da una lite è nata una gran bella amicizia, sono contento di averlo avuto nella mia carriera“.
Chievo: “Tante gioie, pochissimi dolori, purtroppo l’ultimo anno si è concluso con la retrocessione. Non mi è piaciuto concludere la stagione nella partita con il Napoli. Mi sarebbe piaciuto invece fare la mia ultima partita in campo in casa, per salutare i tifosi ed avere una foto ricordo con le mie figlie ma così non è stato”.
Futuro? “Non farò l’allenatore non mi piace, a parte giocare a calcio non so fare altro. Avevo fatto il corso per direttore sportivo a Coverciano ma si è interrotto. Preferirei un posto dirigenziale. Questi mesi mi sarebbero serviti per capire il da farsi. Sono ad un bivio: per fare il direttore sportivo devi avere una squadra che ti ingaggi, forse sarebbe più semplice fare il procuratore. La cosa più importante è che non venga mai meno l’entusiasmo“.
Qual è il portiere più forte attualmente? “Facile far grandi nomi: Sirigu per rendimento stacca tutti, anche Donnarumma sta facendo bene; Gollini si sta dimostrando ottimo rendendo a grandi livelli in tutti le competizioni. Sepe del Parma, Silvestri del Verona, Strakosha della Lazio in un ambiente non semplice“.
Il Palermo, se dovesse salire in C ? “Qualche acquisto deve farlo, non basta questa rosa. Esistono non a caso delle categorie diverse. Il Palermo deve essere il protagonista: per migliorarsi e fare ancora meglio è necessario fare qualche ritocco“.
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