La ripresa del calcio oggi non è scontata, più probabile certamente, quella della serie A, il futuro della “Plebe”invece, naviga nel mare dell’incertezza. Per prendere una decisione è importante che ci sia un comune accordo tra la medicina e i club: Se volessimo restringere il campo diremmo più precisamente che è indispensabile un’alleanza tra i 20 medici responsabili dei rispettivi club di A e i dirigenti degli stessi. La distanza tra i due poli menzionati c’è ancora e non possiamo certamente parlare di una via unica da percorrere insieme.
In attesa che esca il decreto del Governo per la riapertura del 4 Maggio, (probabilmente tra Lunedì e Martedì come si legge sulla Gazzetta) che dovrebbe consentire l’allenamento individuale anche per le squadre, non è mancata la perplessità dei medici in merito al nuovo protocollo di sicurezza da adottare nel caso in cui dovesse ripartire il mondo del calcio. La preoccupazione, riguarderebbe la costatazione di un’atleta contagiato in corso d’opera o di un membro dello staff e sulla quale, si erano divise le opinione dei Federmedici (Due settimane di quarantena come tutti) e commissione medica della FIGC (Doppio tampone per tutti e test seriologici a distanza di 7 giorni e ripristino del distanziamento senza però fermare tutto il movimento).
I dettagli del protocollo di sicurezza sono stati inviati alla Commissione Medico-scientifica della Federcalcio dai 17 responsabili medici delle rispettive squadre della massima serie (non hanno dato risposta Juventus, Genoa e Lazio) e inviate, successivamente, al Ministro dello sport Spadafora, per una ulteriore revisione e miglioramento. Di fronte al grande dilemma che preoccupa Gravina, la questione di fondo, quella più interna, appare più complicata del previsto. Il rischio zero non esiste e non esisterà neanche nel mondo dello sport finchè non sarà trovato un vaccino (impossibile giocare con la mascherina e mantenere il metro di distanza l’uno dall’altro durante una partita). Premesso questo è chiaro che la ripresa dei campionati è un rischio, da qualsiasi prospettiva la si guardi: i giocatori non sono immuni dal virus e rischiano dunque, così come tutto lo staff la cui presenza è richiesta durante una partita di pallone (racchettapalle, dirigenti, stampa,giardinieri, magazzinieri).
Se il Governo riaprirà agli allenamenti dal 4 Maggio, allora è probabile che si riprenda anche a giocare da metà o fine Giugno, ma questo non vale per tutto l’universo calcistico. La serie A certo potrà riprendere, ma tutti gli atri campionati? Come potranno garantire la sicurezza dei propri dipendenti (calciatori compresi)? Allora ecco perchè ci permettiamo anche un po’ ironicamente di definire “plebe” di questo sport le categorie che vanno dalla B in giù in questo caso. Eppure si farà di tutto per ripartire, anche lì, in quei bassi fondi da cui pure si sono formati tutti i “signori” del pallone, se pur con enorme difficoltà, (come dichiarato anche da Sibilia, presidente della Lega Nazionale Dilettanti) visto che non ci sono gli stessi mezzi tecnologici a disposizione per avvicinarsi a quel rischio zero di qui vi abbiamo parlato, rispetto alla “nobiltà” di questo strano mondo.
I calciatori dove si collocano in tutto questo caos? Anche qui bisogna fare una distinzione: in serie A questi non avranno certo problemi e non ricevere lo stipendio per qualche mese e non sarà certamente un problema restare a casa senza percepire grana. Ma i “lavoratori” della serie C o della B o della D? Per loro forse la situazione è diversa: con quei soldi si sfamano famiglie, non c’è dubbio. Alla motivazione economica, accostiamo certamente quella sanitario, per la quale la maggior parte dei dipendenti vorrebbe sicuramente restare a casa ed evitare guai di salute. Potremmo scrivere molto altro: Diritti TV? Regolarità del campionato succesivo? Mercato? Contratti di ogni genere?.
A qualcosa si dovrà rinunciare, o in una direzione o nell’altra. Certo è che si farà di tutto per affidare i meriti sportivi (anche d’ufficio se necesario) a quei club che hanno conquistato sul campo la promozione (anche per le 9 vincitrici dei rispettivi gironi di serie D e quindi anche per il Palermo). Ne sapremo di più la prossima settimana ma ci sbilanciamo in merito: La serie A all’80% riparte, per gli altri campionati la questione è molto delicata. Esiste la nobiltà ed esiste…la “plebe”, anche nel calcio.
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