Musumeci non ha nascosto tutto il suo disappunto per le modalità del nuovo decreto emanato dal Premier nella conferenza stampa di ieri sera. “Sono deluso, molto deluso da Conte”. Queste sono state le prime parole che il Goverantore della Sicilia ha rilasciato in un’intervista concessa a “Il Giornale”. Il Presidente dell’isola lamenta anzitutto la decisione, da parte del Governo, relativa al mancato utilizzo della mascherina anche nei luoghi all’aperto spiegando che “ciò non è utile soltanto per limitare il contagio, ma anche per far capire alla gente che l’epidemia non è finita e per mantenere alto il livello di attenzione”.
Altro elemento fonte di disaccordo tra il Governatore e il nuovo DPCM, è la decisione di rinviare le aperture delle piccole botteghe nel mese di Giugno (al 1° del mese per essere precisi). “Sarebbe bastato autorizzarli permettendo loro di ricevere un numero limitato di clienti per prenotazione. Non credo che in questo modo si formerebbero assembramenti e sarebbe un modo, questo, per far ripartire moltissime attività, e permettere a molti lavoratori di pagare almeno l’affitto del posto di lavoro”.
Altra delibera fuoriviante per Musumeci, è la possibilità di aprire i ristoranti soltanto per la modalità d’asporto. “Così facendo si formeranno code davanti ai ristoranti difficilmente gestibili” ha dichiarato l’intervistato (Nello Musumeci). Poi, sempre nel corso della lunga chiacchierata con il noto quotidiano, si mettono in evidenza una serie di contradddizioni: “Che senso ha, (si domanda il Presidente della Sicilia) permettere di partecipare ai funerali soltanto a 15 persone e poi vietare del tutto le visite ai cimiteri?”. Poi continua: “Al cimitero si va da soli per andare a fare visita ai propri defunti mentre ad un funerale no. Perchè a quest’ultimo allora si può andare con un limite nel numeri di partecipanti e poi non si può andare da soli a piangere sulla tomba del proprio figlio?”
Tali disappunti non resteranno fine a se stessi, ma si traduceranno in una delibera che verrà trasferita prontamente al tavolo del Governo per essere esaminata dalle autorità, come promesso da Musumeci, che annuncia: “Proporrò immediatamente al collega Bonaccini, responsabile della conferenza tra le regioni, di inviare un documento a Conte per chiedere alcune variazioni”. L’idea, piace anche ad alcuni deputati dell’Ars che hanno praticamente scatenato una rivolta verso le norme imposte dal Governo e che trovano il suo “eroe” di battaglia in Danilo Lo Giudice. Costui dichiara che “Musumeci chiederà attraverso un documento una deroga per le riaperture di alcune attività all’interno dell’isola. Ancora una volta la Sicilia esce penalizzata dal decreto perchè noi non siamo come tutte le altre. Non è giusto buttare al vento i sacrifici fatti dai nostri cittadini e uccidere il tessuto produttivo ed economico del nostro territorio”.
Il concetto è chiaro: la nostra regione intende “rilassare” le restrizioni ancora troppo ferree emanate dal nuovo decreto e non intende essere trattata come tutte le altre. I numeri del contagio in Sicilia sono bassi e pertanto, è giusto consentire una riapertura di più attività (sopratutto delle piccole botteghe) per non far collassare definitivamente il motore economico del territorio.
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