La manifestazione- Insegne illuminate e saracinesche alzate per il flashmob degli esercenti.
Le richieste: “Aiutateci o dopo il blocco non riapriremo; il centro può tornare indietro di 20 anni”
Questi titoli in prima pagina nell’edizione Palermo di Repubblica, oggi in edicola.
Dai ristoranti ai cinema le luci della protesta
Per una notte, nella città deserta, il silenzio è stato interrotto dal cigolio delle saracinesche che si rialzavano, mentre, una dopo l’altra, si accendevano le insegne di ristoranti, pub e pizzerie e si illuminavano le hall dei cinema. Qualcuno ha pure apparecchiato la tavola.
Inizia così l’articolo di di Tullio Filippone e Giorgio Ruta che sottolinea il malcontento e la difficoltà degli esercenti palermitani che hanno dato vita a duna forma di protesta simbolica. In molti però non chiedono i riaprire a tutti i costi anche perchè con le norme di sicurezza da rispettare sarebbe anche difficile riuscire a coprire le spese. La richiesta maggiore è di aiuto economico e di detassazione.
Non servono prestiti e slittamenti dei tributi, serve stop della tassazione, saldo dello Stato degli affitti, il pagamento rapido della cassa integrazione per i nostri dipendenti che ancora aspettano di ricevere le somme….meno burocrazia e l’ipotesi di aprire la Sicilia prima di altre regioni più colpite. Il Comune può venirci incontro rateizzando i tributi e rivendendo le concessioni del suolo pubblico per farci lavorare in sicurezza in estate… mancano incassi per 50- 60mila euro al mese, quando riapriremo le poltrone saranno dimezzate per motivi di sicurezza. O ci aiutano adesso, o scompariremo… il rischio è che il centro di Palermo torni a 20 anni fa, senza di noi il degrado avanzerà.
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