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Giovanna Botteri e la satira di Striscia: ma non tutte siamo Diletta Leotta!

Ha fatto molto discutere in questi giorni il servizio di Striscia la Notizia, andato in onda lo scorso 28 aprile, dove la conduttrice Michelle Hunziker prendeva in giro la giornalista Rai Giovanna Botteri, corrispondente da Pechino, per l’aspetto fisico, l’abbigliamento ed i capelli poco curati.

Pronta la replica della bravissima giornalista che in una lettera punta il dito contro “modelli stupidi, anacronistici, che non hanno più ragione di esistere”:
“Mi piacerebbe – scrive la Botteri – che l’intera vicenda, prescindendo completamente da me, potesse essere un momento di discussione vera, permettimi, anche aggressiva, sul rapporto con l’immagine che le giornaliste, quelle televisive soprattutto, hanno. O dovrebbero avere secondo non si sa bene chi.
Qui a Pechino sono sintonizzata sulla Bbc, considerata una delle migliori e più affidabili televisioni del mondo. Le sue giornaliste sono giovani e vecchie, bianche, marroni, gialle e nere. Belle e brutte, magre o ciccione. Con le rughe, culi, nasi orecchie grossi. Ce n’è una che fa le previsioni senza una parte del braccio. E nessuno fiata, nessuno dice niente, a casa ascoltano semplicemente quello che dicono. Perché è l’unica cosa che conta, importa, e ci si aspetta da una giornalista. A me piacerebbe che noi tutte spingessimo verso un obiettivo, minimo, come questo. Per scardinare modelli stupidi, anacronistici, che non hanno più ragione di esistere. Non vorrei che un intervento sulla mia vicenda finisse per dare credibilità e serietà ad attacchi stupidi e inconsistenti che non la meritano. Invece sarei felice se fosse una scusa per discutere e far discutere su cose importanti per noi, e soprattutto per le generazioni future di donne”.

Non posso che essere totalmente d’accordo con la bravissima Giovanna, da sempre una giornalista in prima linea, che nel corso della sua brillante carriera ha affrontato mille esperienze pericolose come inviata di diverse zone di guerra come Bosnia, Algeria, Sudafrica, Iran, Albania, Kosovo, Afghanistan ed Iraq e che adesso da Pechino ci aggiorna quotidiamente sull’emergenza Coronovirus che ha colpito il mondo intero.

Vorrei invece ricordare alla bionda Michelle che non tutte le  giornaliste siamo “Diletta Leotta” e che il suo umorismo becero non fa ridere. Principalmente per due motivi. Il primo perché è davvero intollerabile che una donna attacchi un’altra donna solo per il suo aspetto fisico, il secondo perché proprio la signora Hunziker si è eretta a paladina contro le discriminazioni sulle donne con la onlus Doppia Difesa.

Che scivolone tremendo. Come se la bellezza fisica fosse un merito e non una casualità! Ci battiamo da anni contro ogni discriminazione sessista, ma fino a quando tra le donne non ci sarà una totale solidarietà su questo tema, saremo ancora molto lontani dal raggiungere questo obiettivo.

Come donna, come giornalista e come consigliera dell’Ussi non posso che dissociarmi da una becera satira che fa emergere ancora una volta la piaga tremenda che affligge l’universo femminile ed in particolare il mondo del giornalismo, soprattutto quello sportivo, che in alcune realtà è ancora oggi prettamente maschile.

Diciamolo con franchezza e senza paura, sono diverse le redazioni che puntano ad avere collaboratrici carine e scollacciate. Si sa, attira di più la ragazzetta belloccia in minigonna e con il seno in bella vista che nelle dirette televisive o facebook ammicca maliziosamente parlando del nulla, piuttosto che una giornalista più esperta di ciò che si parla, ma meno attraente. Ma non è colpa degli uomini, ci sono ragazze che attratte dal sogno di emulare la carriera di Diletta Leotta o magari sposare un calciatore, sono disposte a tutto.

Per fortuna non tutte le donne sono così. Nel corso della mia carriera, ho intervistato molte colleghe che seguono il calcio dalla serie A fino alle serie D. E nessuna di loro ha mai deluso, perché a prescindere dal loro aspetto fisico hanno dimostrato grande competenza e molta professionalità.

Combattere contro i pregiudizi è difficile e, mi duole ammetterlo, personalmente ne so qualcosa. Ho la fortuna però di lavorare in una Redazione dove ciò che conta è solo la professionalità e non la ricerca ossessiva dei like. Quando due anni fa il giovanissimo Dario Cangemi mi chiese di collaborare con la sua testata giornalistica rimasi sorpresa, ho superato da un po’ gli anta e ho qualche ruga sul viso. E poi Tifosipalermo.it era solo
all’inizio di un cammino non facile. La concorrenza nel giornalismo online è tanta e spesso sleale. Ma Dario mi volle in una redazione di giovani talentuosi perché, mi spiegò, che accanto al talento voleva anche l’esperienza. Un discorso entusiasmante e di speranza. Un giovane che prescindendo dall’età e dall’aspetto fisico di un giornalista, maschio o femmina che sia, punta solo alla qualità dell’informazione, non può che far ben sperare per il futuro di questa difficile ed affascinante professione.
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