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Di Matteo, la mancata nomina e le intercettazioni di boss preoccupati per il suo arrivo

Farà discutere e tanto, la telefonata realizzata ieri sera durante la trasmissione “Non è L’Arena”, con il giudice antimafia palermitano Di Matteo. Questa notte ve ne abbiamo parlato in un nostro articolo ed oggi sull’argomento torna anche il Corriere della Sera:

Di Matteo: «Io chiamato al Dap ma poi Bonafede non mi ha voluto»
La replica: «Sono esterrefatto»

Il magistrato antimafia, ora consigliere al Csm, ha anche fatto riferimento ad alcune intercettazioni di colloqui tra i boss che manifestavano timori per il suo arrivo.

«Bonafede mi chiese se ero disponibile ad accettare il ruolo di capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria o, in alternativa, quello di direttore generale degli affari penali. Chiesi 48 ore di tempo per dare una risposta», ma «quando ritornai, avendo deciso di accettare la nomina a capo del Dap, il ministro mi disse che ci aveva ripensato e nel frattempo avevano pensato di nominare Basentini”.
Queste le parole del giudice palermitano che ha anche parlato di alcune intercettazioni di boss che manifestavano timori sulla sua nomina a direttore del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria.

Sempre durante la trasmissione è arrivata anche la replica del Ministro Bonafede: “Sono esterrefatto nell’apprendere che viene data un’informazione che può essere grave per i cittadini, nella misura in cui si lascia trapelare un fatto sbagliato, cioè che la mia scelta di proporre a Di Matteo il ruolo importante all’interno del ministero sia stata una scelta rispetto alla quale sarei andato indietro perché avevo saputo di intercettazioni. Gli ho parlato della possibilità di fargli ricoprire uno dei due ruoli di cui ha parlato lui, gli dissi che tra i due ruoli per me era più importante quello di direttore degli affari penali, più di frontiera nella lotta alla mafia ed era stato il ruolo ricoperto da Giovani Falcone. Alla fine dell’incontro mi pare che fossimo d’accordo, tanto che il giorno dopo lui mi chiese un colloquio e mi spiegò che non poteva accettare perché voleva ricoprire il ruolo di capo del Dap”
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