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Beppe Accardi: “Non sarà Boscaglia il prossimo allenatore dei rosa”

Ieri pomeriggio, ai nostri microfoni, abbiamo avuto uno dei più noti procuratori della città oltre che ex giocatore di A e B con le maglie di Reggiana, Licata, Palermo e tante altre: parliamo di Beppe Accardi. E nonostante da ormai 40 anni abiti a Modena, Accardi non ha mai perso il legame con la città, né con la squadra rosanero, di cui è un grande tifoso. Gli abbiamo così posto diverse domande, provando a parlare del nuovo e del vecchio Palermo, dei campionati italiani, dei suoi assistiti (tra questi alcuni ex Palermo) e di tanto altro ancora.

Iniziamo dal nuovo Palermo targato Mirri-Di Piazza. Che le è sembrato della stagione disputata dai rosa?

“L’ho seguita con grande passione. Non è stata sicuramente un’annata semplice, perché il Palermo partiva con un certo ritardo; diciamo che il mercato si era praticamente già concluso e hanno fatto tutto in 10 giorni. Ad ogni modo, la squadra ha raggiunto i suoi obiettivi e la società può dirsi soddisfatta. Tutti hanno fatto bene il loro lavoro.”

Eppure in tanti hanno criticato la gestione tecnica di Mister Pergolizzi.

“Il problema è uno solo: Pergolizzi è nato qui a Palermo e quindi lo criticano tutti; fosse nato a Milano sarebbe invece un eroe per i palermitani. Ma cosa vuoi dire ad un allenatore che ha vinto con una squadra costruita in 10 giorni? Quando hai poco tempo a disposizione, rischi di prendere giocatori che potrebbero non tornarti utili, perché non rispecchiano le caratteristiche che volevi. Per non parlare poi dei giovani, che devi obbligatoriamente schierare in campo: quando devi muoverti all’ultimo, solitamente i più bravi te li hanno già soffiati.”

Per la prossima stagione, presumibilmente in C, si sono fatti diversi nomi: si è parlato di Boscaglia e Delio Rossi. Lei riconfermerebbe invece Pergolizzi?

“Su Boscaglia nulla di vero, ve lo garantisco. Io riconfermerei Pergolizzi, assolutamente, e per una semplice ragione: il mister ha vinto un campionato difficilissimo, dove aveva tutto da perdere e nulla da guadagnare. Come palermitano, sapeva che tutti lo avrebbero criticato per primo; e poi doveva vincere necessariamente, perché qualsiasi altro risultato sarebbe stato fallimentare. Tuttavia, credo che Pergolizzi non sia più nei piani della società.”

E a proposito dei giovani rosanero chi l’ha più sorpresa, tra i vari Silipo, Felici, Doda?

“In realtà, non si può valutare con criterio nessuno di questi ragazzi. Il livello della D è così basso, che fai fatica a giudicare il valore reale di questi giocatori. Dobbiamo vederli alla prova con altri campionati, poi potremo fare le giuste valutazioni.”

I campionati di C e D possono dirsi virtualmente conclusi. E si parla già di riforma dei campionati con una B formata da 40 squadre ed una C semi-professionistica. Crede che sia possibile?

“Che ci sia un ragionamento del genere in corso lo credo, ma che lo si possa poi attuare penso proprio di no. Non dimenticatevi della questione diritti televisivi: una squadra di B accetterebbe mai di spartirseli con altre nuove 20 squadre? No, e la cosa creerebbe tanti problemi.

Ma in generale, tutta la situazione è particolarmente problematica: in estate partiranno avvocati e carte bollate mica da ridere, state a vedere. Per non parlare dei contratti dei giocatori: non tutti si chiamano Cristiano Ronaldo e tanti, tra B e C, resteranno senza squadra. Sarà anche un problema per lo Stato, che dal sistema-calcio incassa più di un miliardo, ma qualcuno sembra averlo dimenticato.

I giocatori del campionato italiano sono stati gli unici a sedersi al tavolo per rivedere i loro contratti. Vedi dove sta l’errore? In Belgio, i giocatori hanno fatto donazioni volontarie, consigliate dalle società, agli enti ospedalieri e assistenziali; in Italia, i calciatori si tagliano lo stipendio per aiutare le società.”

Ha appena tirato in ballo il Belgio. Direi non a caso, dato che ormai un suo assistito, l’ex Palermo Carlos Embalo, gioca lì.

“Ah, Carlito. In Belgio sta benissimo, invece in rosanero pagava il fatto di avere un procuratore palermitano. Hai visto come giocava a Cosenza? Insomma, Palermo è sempre stata una piazza particolare e dopo il primo anno l’avrebbe dovuta lasciare. Ma Embalo voleva restare e rilanciarsi.”

Nel suo roster anche Luca Fiordilino. A Venezia sta finalmente disputando una stagione da protagonista.

“Fiordilino è un grandissimo giocatore. Solo a Palermo poteva non giocare uno così. Chiedete a Venezia chi è Fiordilino: secondo me, il ragazzo potrebbe avere richieste dalla A in estate. Sta di fatto che a Palermo non ha avuto il rispetto e la considerazione che meritava.

Ma torniamo al punto di prima: se arriva un giocatore da fuori è un fenomeno, se è nato a Palermo gli mettiamo i bastoni tra le ruote. Questa è Palermo: e spero che la città cambi mentalità, sarebbe il momento. Ricordo ancora quanti pochi andavano a vedere la squadra in Coppa Uefa; lo stadio si riempiva solo per gli eventi, come per la finale di Coppa Italia.”

Quindi non porterebbe più un suo assistito al Palermo? Quello di Erasmo Mulè (Juventus U23, anni 20) potrebbe essere un nome interessante.

“In generale sì alle giuste condizioni, ma basta palermitani a Palermo. Per Mulè, comunque, non prevedo un futuro in rosa: ha richieste dalla B e dall’estero e credo poi che la società rosanero abbia altri piani.

La Juventus ha fatto un investimento importante per Mulè, da 4 milioni e mezzo di euro. Anche se gioca nell’U23, pur sempre di Juventus si tratta. La logica dei bianconeri poi è chiara: rafforzare la seconda squadra per portarla in B. Al momento non sono arrivati i risultati, perché si sono tanto soffermati sulla prima squadra da avere gestito la seconda con meno attenzione del dovuto.”

Parlando invece di Ibrahima Mbaye, a Bologna sembra avere ripreso con costanza la titolarità.

“Sai com’è: in Serie A sono tutti titolari e panchinari. A seconda delle esigenze tattiche, un terzino difensivo come Mbaye può tornare utile contro una squadra che attacca tanto come la Juventus. Ma se Mihajlovic ha invece bisogno di un terzino che spinge, si affida a Tomiyasu. E quando si rientrerà e si dovrà per necessità giocare ogni tre giorni, i cambi saranno ancora più frequenti. Credo anzi che la Serie A debba attuare una riforma, portando a cinque i cambi a partita da potere effettuare. Sarà l’unico modo per non stressare i singoli calciatori, che saranno chiamati ad un grande sforzo fisico.”
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