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Gli invisibili del calcio: 80 mila dimenticati nella crisi del pallone

Sono calciatori dilettanti, ma anche tecnici e preparatori delle giovanili, persino dipendenti degli store dei club: “Contratti da 250 euro sospesi già da marzo”

Questo il titolo di un articolo sull’edizione online di Repubblica a firma di Enrico Currò e Matteo Pinci.

Ci sono i fuoriclasse in quarantena, che postano su Instagram la foto del loro confinamento dorato. Ma poi ci sono anche gli Invisibili: un esercito, quello che manda avanti il calcio restando dietro le quinte e che teme di rimanerci definitivamente, senza più lavoro e stipendio.

Le cifre parlano di perdite di circa 500 milioni per il mondo del calcio; ma non conteggia le conseguenze che si abbatteranno sugli 80 mila lavoratori che ruotano intorno al calcio.
il suddetto mondo degli Invisibili, che rischiano di perdere tutto o di restare disoccupati. Chi ha da pagare il mutuo, chi è costretto a chiedere prestiti per tirare avanti, chi è finito o sta per finire in cassa integrazione, chi non sa se, esaurita la bufera, ritroverà il posto.
Capitolo allenatori: su 2574 censiti dal centro di Coverciano, quasi 2000 lavorano per le squadre giovanili: stesso discorso per preparatori e allenatori dei portieri.

Per le retribuzioni, scendendo di categorie è anche peggio. In questi casi viene concesso solo una sorta di rimborso spese, e non è raro che vivano soltanto di questo, salvo arrangiarsi con altri introiti, nelle palestre o come personal trainer: la media della retribuzione è intorno ai 1000, massimo 1500 euro al mese, ma ci sono casi anche di rimborsi assai più bassi. E farsi pagare ora, con la crisi figlia del Covid 19, è complicato

“Siamo in sessanta, abbiamo lavorato, fatto smart working preparando allenamenti tutti i giorni per i ragazzi, ora ci hanno detto solo di continuare a lavorare per essere inattaccabili. Abbiamo contratti che vanno dai 250 ai 500 euro lordi al mese, per dieci mesi, delle cifre ridicole”

E poi c’è la situazione di fisioterapisti, magazzinieri e in generale quello dei dipendenti, arrivando anche a chi lavora nelle sedi sociali e nei negozi ufficiali dei club: persone che in molti casi aspettano ancora la cassa integrazione, chiesta anche da club che fatturano milioni di euro, come Roma o Napoli.

Ed infine tuuto il mondo che non appartiene alle società ma ruota intorno al calcio: gente che prende 40-50 euro a partita, per arrotondare,
gli addetti alle pulizie, gli steward dello stadio ormai essenziali per fare giocare le partite.

Ma gli Invisibili più invisibili di tutti, probabilmente, sono i calciatori dilettanti: un mondo talmente variegato e sommerso da indurre un decano degli allenatori intervistato da Repubblica, l’allenatore del Chieri Massimo Morgia, ex Palermo, a lanciare l’allarme sul rischio di scomparsa di una categoria che tiene insieme squadre dilettantistiche soltanto di nome, come il Palermo precipitato all’inferno per i precedenti disastri societari, e realtà di piccoli paesi.
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