Uno dei settori più colpiti dall’emergenza Coronavirus è sicuramente quello dello spettacolo. Locali chiusi, eventi, concerti, matrimoni e serate annullate hanno causato una profonda crisi economica di difficile soluzione.
Con l’artista palermitano Davide Meschis, che da tantissimi anni vive e lavora a Verona, abbiamo fatto il punto della situazione a poco meno di un mese dalla probabile ripartenza dell’attività artistica:
“Sono un intrattenitore artistico, cantante musicista. Faccio serate nei locali, suono e canto per matrimoni ed eventi di piazza. E’ il mio unico lavoro. Prima del blocco totale, avevo in programma 35 matrimoni. Sono stati spostati tutti al 2021. Con la nuova normativa che prevede il distanziamento sociale, sarà difficile festeggiare un matrimonio come eravamo abituati a farlo. Ad esempio, uno dei maggiori momenti di convivialità era l’arrivo degli ospiti per l’aperitivo, durante il quale noi musicisti intratteniamo le persone suonando e cantando. E’ anche un momento di grande socializzazione e di assembramento che attualmente è vietato fare. Ma se ad un matrimonio si toglie questa parte e si sceglie di servire direttamente gli inviati al tavolo, salta una parte importante del nostro lavoro. Si può fare solo musica di sottofondo, perché mentre si mangia le persone preferiscono parlare tra loro. Probabilmente da agosto in poi riusciremo a fare solo matrimoni piccolissimi, con 40/50 persone, organizzati con musica di accompagnamento, senza balli. Si suonerà molto poco. Tra l’altro si sta anche pensando di organizzare serate all’aperto distanziando gli artisti dalla gente che sta facendo gli aperitivi o sta cenando.”
Quando è prevista la ripartenza in Veneto?
È prevista per il 1° giugno, ma il Governatore ha detto che visti i numeri in calo dei contagi, potrebbe esserci anche una riapertura anticipata di bar e ristoranti. Dipende dalla curva epidemiologica della prossima settimana. Siamo stati l’unica Regione del Nord dove la macchina sanitaria si è mossa molto bene. Fortunatamente Zaia, pur essendo di un partito in contrapposizione con il governo Conte, non ha fatto polemiche e guerra e si è adeguato da subito ai protocolli di sicurezza. È stato il primo a capire come ci si doveva muovere, forse perché è laureato in medicina, e quindi rispetto al Governatore della Lombardia Fontana, a quello del Piemonte e dell’Emilia Romagna è stato l’unico che ha operato bene.”
Quali sono state le difficoltà economiche che hai dovuto affrontare?
“Sono un lavoratore autonomo ed avevo fatto richiesta per il bonus di 600 euro. La domanda è stata bocciata poiché nell’anno 2019 non ero riuscito a fare i 30 giorni di contributi lavorativi. Quindi non ho preso nulla. Siamo in tanti ad esserci ritrovati in questa situazione. Fortunatamente vivo ancora in famiglia ed ho un tetto sopra la testa. Ma non posso fare riferimento ai miei genitori, che sono pensionati, per le mie altre necessità. Sto quindi dando fondo ai miei risparmi. Anche se esistono tantissime associazioni di categoria, nessuno ci ha tutelati. Il problema nasce dai costi altissimi che devono sostenere i locali che decidono di fare musica. Oltre a pagare la Siae, devono ovviamente pagare l’artista. Spesso il pagamento è in nero, perché al cachet pattuito si devono sommare gli importi dell’Iva e del certificato di agibilità rilasciata dall’INPS attraverso una cooperativa. Questi costi devono rientrare nel compenso percepito dal musicista o dal cantante. Detratte queste spese resta veramente poco come guadagno. Non tutti i locali richiedono la fattura e quindi si lavora in nero. Pagando la Siae il locale è comunque in regola. Noi artisti non siamo tutelati dalla Siae che si limita a controllare solo il pagamento dei diritti d’autore disinteressandosi del mancato versamento dei contributi.”
“Questa esperienza mi ha fatto capire che noi artisti dobbiamo assolutamente tutelarci. Occorre una seria riforma in tal senso. Mi sono messo in contatto con un’associazione che si chiama “Note Legali” che sta cercando di proporre una legge che preveda l’abbassamento dei costi della Siae. Poi sarà necessario obbligare tutti i locali che vogliono far musica a chiedere la fattura agli artisti. Nella nostra categoria esistono anche i dopo-lavoristi, coloro cioè che suonano per hobby ed hanno un’altra professione che è una fonte sicura di reddito. Di conseguenza non c’è nessuna solidarietà da parte loro nei confronti di chi invece svolge questa attività come unico lavoro.”
Da quanti anni vivi a Verona?
“Sono arrivato in Veneto venti anni fa, avevo 24 anni. Mai non ho mai dimenticato la mia città, sono fiero e orgoglioso di essere palermitano, tifo solo per la squadra rosanero ed il mio derby del cuore è con la mia ragazza che è di Catania. Di Palermo mi manca il calore della gente, la nostra vita sociale, il nostro modo di essere calorosi. In generale il modo di vivere della Sicilia con le sue tradizioni ed i suoi valori antichi.”
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