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Liberi tutti o no? A Palermo nel dopo lockdown movimenti cresciuti di oltre il 50%

Liberi tutti o no? Ecco gli spostamenti dopo la quarantena.
La ricerca condotta da City Analytics. A Palermo nel primo giorno post lockdown movimenti cresciuti di oltre il 50 per cento.

Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.

Nel primo giorno della Fase 2, lunedì 4 maggio, gli spostamenti dei palermitani sono aumentati di oltre il cinquanta per cento rispetto a sette giorni prima, ultimo lunedì di lockdown, a dimostrazione di una voglia di ripartenza e di ritorno al lavoro.
Inizia così l’articolo di Francesco Patanè che analizza i dati di una ricerca elaborata da City Analytics, che ha pure stilato una classifica sugli spostamenti registrati nelle grandi città. E Palermo è risultata essere la quarta città italiana rispetto ai movimenti registrati in città.

Solo Napoli, Torino e Bari hanno registrato una percentuale maggiore di spostamenti fra l’ultimo lunedì di clausura e il primo di semilibertà. In compenso Palermo è la grande città che meno ha ridotto i tragitti rispetto a prima dell’arrivo di Covid- 19, con un calo di appena il 30 per cento, scrive Patanè.
I dati di Palermo sono in linea con quelli regionali: anche la Sicilia, in fatto di spostamenti, è avanti in classifica. Esattamente al terzo posto, assieme al Piemonte e superata da Campania e Puglia.

Gli agrigentini sono i siciliani più virtuosi dal punto di vista della prudenza nell’aumentare gli spostamenti nella Fase 2 mentre Ragusa si conferma la provincia più “ribelle” al lockdown con il record di tragitti durante la chiusura. Un dato parzialmente giustificato dal minor numero di contagi di tutta l’Isola, si legge sul giornale.
Tornando a Palermo e analizzando nel dettaglio i dati si vede che prima del lockdown il numero di spostamenti era simile fra giorni feriali e festivi. Da inizio pandemia e relative restrizioni, il numero degli spostamente nei giorni festivi è sceso del 90% a dimostrazione che chi si è spostato durante la settimana l’ha fatto nella stragrande maggioranza dei casi per esigenze lavorative, scrive Patanè nel suo articolo.
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