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Serie B, Stirpe tuona: “Se non si gioca, potremmo andare in tribunale”

Maurizio Stipe non ci sta. Il Presidente del Frosinone ha rilasciato dichiarazioni che lasciano presagire un’estate bollente sotto l’aspetto dei ricorsi e contro-ricorsi, qualora la stagione non dovesse concludersi sul campo.

“È ancora un quadro caratterizzato da incertezza al momento. Ci sono segnali che fanno ben sperare per il futuro, ma ci sono ancora linee di tendenza incerte, non c’è una decisione univoca sulla ripartenza. È evidente che la Serie B attende con ansia, perché dipende dalla Serie A. Qualora dovessero ripartire loro, noi aspettiamo fiduciosi per la nostra ripartenza che deve avvenire. Siamo tutti legati alla curva epidemiologica, quando questa tenderà al ribasso, possiamo sperare qualcosa in più. Giocare luglio-agosto? Se può essere utile, sì. L’importante è che non ci sia troppa differenza con la Serie A perché determinerebbe problemi per l’inizio della stagione successiva. Un mese è un tempo congruo, di più diventerebbe complicato”, riporta La Gazzetta dello Sport.

Ho sempre detto che la soluzione migliore è quella di finire il campionato sul campo, per evitare di affollare i tribunali. La soluzione non può essere far giocare la Serie A e non B e C, non è un’attività più necessaria delle altre due. Deve giocare chi garantisce la sicurezza corretta delle regole, se si decide di interrompere i campionati senza promozioni o retrocessioni, è un criterio univoco. Se si decide di passare da tre promozioni a due, solo perché i playoff non possono essere disputati, non sarà più un criterio univoco e ci sarebbero i presupposti per interrogare il giudice. Il problema è questo: gli strascichi giudiziari ci saranno solo se le regole verranno applicate male, è un invito alla Federazione ad applicare in maniera corretta le regole