Coronavirus, nel mercato più famoso di Indonesia i pipistrelli sono ancora nel menu.
Dopo il primo focolaio a Wuhan, e la conferma del passaggio del virus dagli animali all’uomo, la Cina ha fermato la vendita di fauna selvatica. Ma nell’arcipelago asiatico consumare questa carne è ancora possibile. E anche ratti, serpenti e lucertole. Ma gli esperti avvertono: “Questi posti sono una bomba ad orologeria per altre epidemie”.
“Prima del virus, i pipistrelli erano la carne più popolare”
Questo il titolo di un articolo Repubblica online di oggi.
Sei giorni alla settimana, i macellai di Tomohon si riuniscono al mercato più famoso dell’Indonesia e macellano pipistrelli, ratti, serpenti e lucertole catturati nelle foreste dell’isola di Sulawesi. Alcuni di loro macellano anche cani – molti dei quali sono animali domestici accalappiati nelle strade della città – tra le proteste degli animalisti.
Inizia così l’articolo di RICHARD C. PADDOCK E DERA MENRA SIJABAT che raccontano le abitudini di un mercato che per anni gli animalisti hanno chiesto di chiudere e che adesso, secondo gli esperti è come una caffetteria per gli agenti patogeni animali: “Consumare animali selvatici è come giocare con il fuoco. È come una bomba a orologeria. Aspettiamo solo di diventare l’epicentro di una pandemia come quella di Wuhan”.
Già ad inizio anni 2000 si riteneva che la Sars avesse avuto origini nei pipistrelli prima di diffondersi agli zibetti in un mercato di fauna selvatica in Cina, e che alla fine abbia infettato l’uomo nel 2002.
La Cina ha ordinato la chiusura di tutti i suoi mercati di fauna selvatica dopo l’epidemia di Wuhan, a dicembre. Ora, il mercato di Tomohon, in Indonesia, è uno dei più grandi della regione a vendere animali selvatici da mangiare. È uno dei pochi mercati di questo tipo – se ne contano sette – nel Paese.
Sacro e profano: in Indonesia, la gente del luogo crede che i pipistrelli abbiano proprietà medicinali, come ad esempio curare l’asma.
Ed ecco perchè non è raro trovare carne di pipistrelli o serpenti anche nei supermercati: è una parte molto importante della dieta locale.
“Prima del virus, i pipistrelli erano i più ricercati, seguiti da ratti e pitoni”, dice un macellaio che lavora a Tomohon dal 1999.
L’Indonesia, quarta al mondo per popolazione, è stata lenta nel riconoscere la minaccia del coronavirus ed è molto indietro rispetto alle altre nazioni nei test. Fino a mercoledì, si sono registrati 15.438 casi e 1.028 morti, il secondo più alto numero di decessi in Asia orientale dopo la Cina.
E diverse associazioni esortano il presidente della nazione Joko Widodo, a chiudere i mercati di fauna selvatica: “Se non facciamo qualcosa, la questione non è se emergerà un’altra pandemia simile, ma quando”
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