L’inaugurazione del ponte Morandi aveva illuso i più ottimisti in un’accelerazione dei lavori anche per il viadotto Himera, dopo gli innumerevoli e ripetuti ritardi: così non è stato, anzi la situazione sta assumendo tratti paradossali e preoccupanti.
Un’ennesimo rinvio e altri ritardi si profilano all’orizzonte di questa vicenda ingarbugliata, non ancora una comunicazione ufficiale ma è quanto si percepisce dai colloqui che l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone ha tenuto in questi giorni.
Altri intoppi quindi: non più la conclusione dei lavori per maggio, né probabilmente a luglio come si pensava, tutto potrebbe addirittura slittare a settembre.
Nel sito Anas è ancora presente un comunicato che cita testualmente: “Entro la fine di maggio è atteso il parere favorevole da parte della Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), che permetterà di completare la già avviata progettazione esecutiva. A valle dell`approvazione del progetto esecutivo sarà avviata la gara d`appalto. I tempi stimati delle lavorazioni sono di 18 mesi e si prevede che possano essere completati nel 2018“.
Due anni di ritardo, tanta burocrazia e davvero troppi rimpianti per quella che sarebbe stata una costruzione all’avanguardia.
Da qui la rabbia dell’assessore Mario Falcone riportata da Repubblica che afferma:
“Stamane dobbiamo prendere atto di un’amara realtà -scrive Marco Falcone – i lavori al viadotto Himera subiranno l’ennesimo rinvio di un altro mese e mezzo rispetto all’ultima data indicata dall’Anas per la consegna dell’opera, cioè luglio. Dinanzi ai continui ritardi sulla costruzione di meno di 300 metri di autostrada, un cantiere diventato un’agonia lunga cinque anni, le date e le promesse lasciano il tempo che trovano. Oggi chiediamo al Ministero delle Infrastrutture di intervenire una volta per tutte: si rescinda il contratto con l’impresa appaltatrice e si sollevi l’Anas dalla responsabilità dell’opera”.
Una dura presa di posizione che non accetta repliche: “Ai ritardi dovuti all’emergenza coronavirus – spiega l’assessore – su cui siamo stati naturalmente comprensivi – prosegue l’esponente del Governo Musumeci – si sommano ulteriori rallentamenti che trovano giustificazione solo nell’incapacità di Anas a far rispettare tempi e scadenze. Il Ministero delle Infrastrutture, adesso, è chiamato a sanare la ferita di un’Italia a due velocità sul piano infrastrutturale.
Chiediamo – conclude Falcone – che l’impresa e l’Anas lascino il viadotto Himera e che il ministro Paola De Micheli affidi alla Regione il commissariamento dell’opera con poteri sul modello attuato a Genova per il ponte Morandi”
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