I senatori del Palermo si ribellano: non vogliono questa retrocessione. E così ecco che avviene il miracolo. La squadra rosanero regala ai tifosi un’autentica impresa e si salva all’ultima giornata, per un Palermo-Verona che rimarrà nella storia.
L’ultimo tutto esaurito al “Renzo Barbera”, la classica partita da dentro o fuori, con i rosanero che avevano tanto da perdere. Una retrocessione scansata per un pelo, rinviata poi solo di un anno. Dopo aver avuto sei diversi allenatori in panchina, con otto avvicendamenti complessivi, incluso Schelotto, messo sotto contratto come dirigente accompagnatore per motivi burocratici, il Palermo giunse all’ultima giornata di campionato consapevole di potere giocarsi la propria, con il destino tutto da scrivere.
Palermo-Verona, uguale a 90 minuti pieni di tensione. Un Verona già retrocesso ma che non si mostrò per nulla remissivo. E dopo il vantaggio di Vazquez, i fatti risultarono evidenti dalle espulsioni di Morganella e Wszolek. Il tutto mentre il Carpi si portava in vantaggio ad Udine. Una sfida vissuta così con un occhio alla partita: uno all’orologio, un altro al cellulare a controllare il risultato del Carpi.
L’incubo, per i tifosi accorsi al “Barbera”, si materializzò in avvio di ripresa, con i carpigiani già sul 2-0 in Friuli. Il Verona, che nel primo tempo aveva colpito un doppio palo con Pazzini, pareggiò con Viviani. Il terrore freddo attraversò tutti i tifosi rosanero ma per fortuna durò giusto tre minuti, quelli che portarono Maresca a realizzare il suo primo gol in maglia rosanero, nella sua ultima apparizione. Il tris di Gilardino non bastò a dare certezze, con Pisano che riaprì il match a cinque minuti dal termine.
Cinque minuti di resistenza per il Palermo, che riuscì a festeggiare la più rocambolesca
delle salvezze, salutando i suoi senatori. Sorrentino, Maresca, Gilardino e Vazquez sarebbero andati via di lì a breve. Le lacrime sgorgate dagli “Occhi della Tigre” commossero il Barbera ma tutti sapevano che avevano una promessa da mantenere: la famosa “acchianata” dalla Santuzza.
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