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“Qui il virus non c’è. La fame si”. Il Cep riparte con rabbia

La città che riparte Viaggio nei quartieri/ 3
“La fame c’è, il virus no” Il Cep riapre con rabbia.
Nelle periferie del tram è sparito il lavoro nero e cresce la fila per gli aiuti. A Borgo Nuovo accusano il governo: “ Qui non c’era ragione per chiudere”.

La volontaria: “Altre 300 famiglie in crisi”. – L’ambulante “Niente mercatini, che guaio”.

Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.

Nella repubblica autonoma di Borgo Nuovo il virus non è mai arrivato e gli abitanti si chiedono perché « il governo » li abbia fatti restare chiusi così a lungo.
Inizia così l’articolo di Sara Scarafia che raccoglie le testimonianze della gente di Borgo Nuovo e del Cep, due quartieri dove ritengono che il virus non sia arrivato perchè non sono posti di passaggio. Le difficoltà di tanti commercianti che da domani proveranno a riaprire sperando in una ripresa economica dopo mesi di difficoltà.
Quartieri dove sono cresciute le persone che si rivolgono alle associazioni per avere in sacchetto alimentare: erano in 60 ieri davanti la porta della chiesa ma in tutto il periodo le famiglie bisognose sono aumentate, sono arrivate fino a 300, tutta gente che prima del coronavirus non avevano mai chiesto pasta e zucchero.
Vi riportiamo alcune delle testimonianze presenti nell’articolo di Sara Scarafia:
“Qui ci vieni solo se devi venire, non è un luogo di passaggio. Se ci avessero fatto ripartire prima, forse avremmo salvato qualche posto di lavoro… Già le cose andavano male prima, chissà cosa succederà adesso… Io oggi sono venuta per vedere cosa avevo ancora dentro le dispense. Ci provo, a riaprire, ma non è detto che dopo una settimana non chiuda di nuovo. Lavoro alla giornata, non ho nulla da parte: chi me li dà i soldi per ricominciare? … Se non avessi avuto i miei suoceri, non ce l’avrei fatta. Mio suocero, 86 anni, pensionato delle Ferrovie, che aiuta me che di anni ne ho 64 … Noi per il governo non esistiamo. Dicono che siamo luoghi di perdizione. E allora i bar che vendono alcol? Le tabaccherie? La verità è che questa sala scommesse è un luogo di socializzazione in un posto in cui non c’è niente… Io campo alla giornata, non ho chiesto il reddito di cittadinanza ma ho bisogno di lavorare. E come faccio se i mercatini sono chiusi?… Qui il virus è l’ultimo dei problemi .Dove sono gli spazi per i nostri ragazzi? Non c’è un campo di calcio, non c’è niente. Borgo Nuovo almeno ha un centro per anziani. E poi è tutto sporco, abbandonato. Cosa fanno con i nostri 800 euro di Tari? … Siamo tanti, non abbiamo bisogno di gente che viene da fuori. Dovevano chiudere i collegamenti come il tram e farci lavorare”
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