Un’incalcolabile perdita– così titola il New York Times stamattina, dopo che gli Stati Uniti hanno quasi raggiunto le 100.000 vittime del coronavirus. Un titolo che entrerà nella storia in questo 2020 che ha stravolto una quotidianità, che sembrava procedere inarrestabile.
Ma adesso è arrivato il momento di fermarci: fermare in una pagina bianca il nome di tutte quelle persone che a causa di un virus, la cui cura è ancora ignota, hanno smesso di sorridere, attaccati ad un ventilatore, e hanno abbandonato per sempre questa terra.
Erano nonni, madri, padri, figli, nipoti… Si sono volatilizzati via nel calcolo quasi matematico e freddo dei bollettini quotidiani:numeri che quasi non sembravano persone.
La prima pagina della Domenica del New York Times ricorda quindi ognuno di loro, in un computo vicino ai quasi 100.000 mila morti, e questa perdita incalcolabile, non è in termini economici. Abbiamo perso un patrimonio umano e sociale: la nostra storia.
Non sono numeri, sono persone. “Volevo qualcosa che la gente possa guardare tra 100 anni per capire la portata di ciò che stiamo vivendo”, ha spiegato il national editor Marc Lacey.
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