Un argomento che in queste settimane abbiamo affrontato più volte anche perchè appare ovvio che dopo la crisi scatenata dal Covid-19 il sistema calcio così com’è attualmente andrà assolutamente rivisto. Più volte vi abbiamo parlato di riforma dei campionati ed eravamo convinti che potesse avvenire già dal prossima stagione 2020-2021.
Giovedì scorso tuttavia, il presidente regionale della LND, Lo Presti, ci aveva smentito, affermando che una riforma ci sarà ma non in questa stagione. Nel 2021-2022. Ed effettivamente, volendoci ragionare, pensare di rivoluzionare tutti i campionati in un arco di tempo brevissimo (dalla fine di questa stagione all’inizio della prossima) appare davvero complesso e poco praticabile.
C’è chi invece insiste che la riforma si farà da subito, dalla stagione prossima. Ed è il direttore di Sportitalia Michele Criscitiello che ha pubblicato un lungo e dettagliato editoriale in cui espone la sua tesi.
Vi riportiamo qualche passaggio dell’articolo pubblicato su Tuttomercatoweb.com, soprattutto relativo alla parte della riforma.
La grande svolta: la riforma sul tavolo! Tutti i dettagli, dalla serie A alla serie D. Ecco cosa ci aspetta
Qualche sera fa, un paio di settimane sono già passate, vi svelammo il famoso piano riforma per cambiare tutto il calcio. Un macello. Ghirelli parlò di fake news, invece, la riforma va spedita come un treno. Obiettivo, stagione 2020-2021. La Lega di A guarda e benedice. Sibilia regista del film perfetto, attore protagonista Balata, produttore cinematografico Gabriele Gravina.
Alla Lega di serie A non cambierebbe nulla. Il colpo lo farebbe Balata. Serie B a due gironi. 20 squadre per ogni girone. Promossa la prima di ogni singolo girone e la terza uscirebbe dal play off tra i due gironi. 6 retrocessioni. Le ultime tre dei due gironi. Hanno trovato anche l’accordo sulla spartizione dei diritti televisivi. La quota che oggi va alla C andrebbe alla serie B.(dal 6% passerebbe al 10%)
Un’altra Lega a trionfare, in questa riforma, sarebbe proprio quella di Cosimo Sibilia che andrebbe a prendersi due categorie sotto il cappello, comodo, dei dilettanti. La terza serie e la serie D. Terza serie composta da 60 società. 3 gironi da 20, con 40 squadre che oggi sono in Lega Pro (da trasformare in società non a scopo di lucro) e che resterebbero fuori dalle 20 promosse in B, più le 9 già promosse dalla D e altre 11 che arriverebbero sempre dalla Serie D e scelte, giustamente, per merito sportivo come ha sempre privilegiato il duo Sibilia-Barbiero.
La prima di ogni girone andrebbe in B più la vincitrice del play off di ogni singolo girone. 6 promosse dalla terza serie alla B. 9 retrocessioni in quarta serie. Le ultime 3 di ogni girone. La serie D resterebbe a 9 gironi (da 18) ed ecco che le 4 retrocesse salverebbero la quarta serie. Una riforma utile a tutti. Alle tasche delle Leghe e dei club soprattutto. Zero ricorsi e finalmente solo 60 società professionistiche. Sarebbe la svolta che aspettiamo da 10 anni. Adesso si può, adesso si deve…
Leggendo attentamente questo editoriale di Criscitiello, la cosa che emerge all’attenzione del tifoso rosanero è che per il Palermo non ci sarebbe alcun vantaggio, anzi forse la beffa di un torneo semi-professionistico dopo aver lottato fra i dilettanti per raggiungere il professionismo. Secondo Criscitiello le nove promosse dalla D andrebbero nei gironi semi pro della terza serie accompagnati da ben 11 ripescate alla faccia della cavalcata vincente dei rosanero e dei 16 o 17 punti di vantaggio su Giugliano, Messina e Troina che ambirebbero al ripescaggio.
L’unico aspetto positivo per i rosanero è che dalla C alla B salirebbero 6 squadre e non 4 come adesso. Ma la sensazione è che un Palermo semi-pro non renderebbe felici i tifosi.
O no?
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