Il tema degli ultimi giorni è l’esonero, scontato, di Pergolizzi e le sue dichiarazioni postume.
Nell’interessante intervista rilasciata ieri al CorSport, l’ex allenatore dei rosanero fa velatamente (non troppo) riferimento alle pressioni psicologiche esercitate dalla piazza e dalla tifoseria sulla decisione presa dalla società.
Semplificando, Pergolizzi dice: ” mi avete esonerato perchè la gente non mi amava, non mi voleva“.
Ammesso e concesso che sia così, dove sta il dolo? Dove sta la colpa?
E’ forse sbagliato che una società, soprattutto se con profonde radici locali, possa annusare e respirare l’atmosfera che circola in città e fra i suoi fans?
Possa ascoltare l’umore, la soddisfazione o anche il malcontento (soprattutto se unanime) della sua gente, fare le valutazioni del caso e poi decidere?
Per anni abbiamo rimproverato a Zamparini esattamente il contrario: di essere totalmente insensibile ai voleri della piazza. L’esempio più eclatante è quello di Corini ma già in precedenza non va dimenticato il caso Di Donato. Ricordo ancora lo striscione in curva “Di Donato non si tocca”. Ceduto nel giro di pochi giorni.
Forse la popolarità e l’amore nei confronti del patron friulano è iniziato a scemare proprio quando ha cominciato ad ignorare la sua tifoseria, a fare di testa sua (e degli slavi) ed incurante della gente panormita è andato avanti a testa bassa rifugiandosi poi in centinaia di spiegazioni o pretesti più o meno credibili. Torniamo al presente.
Sicuramente la decisione della società è innanzitutto tecnica, non ho dubbi.
Perchè più volte il gioco espresso da Pergolizzi durante il campionato ha lasciato parecchie perplessità, facendo affiorare dubbi sull’opportunità di affidargli il timone anche in categoria superiore.
Se accanto a questa inevitabile decisione tecnica ci sia stata anche la spinta emotiva dell’umore della piazza, dove sta l’errore? Perchè una società non può ascoltare l’umore dei suoi abbonati o dei suoi tifosi?
La società ha voluto accontenatere la gente, sospetta il tecnico palermitano.
A me verrebbe da dire: giusto così. Se una società accontenta la sua gente ha fatto un buon lavoro, ha dimostrato di esser dalla sua parte. Cosa dovrebbe fare una società? Scontentare volutamente la tifoseria? Nei limiti del possibile e suffragata da altri elementi tecnici, una società cerca sempre di accontentare i suoi tifosi.
Un’altra cosa però colpisce nell’intervista di Pergolizzi ed è quando afferma “la società è stata corrette, altri no. Qualcuno mi ha mancato di rispetto”. A chi allude?
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