Un sogno torna a far breccia nel cuore dei tifosi rosa-nero, e dopo trent’anni di assenza dal campionato più prestigioso, si fa presto ad accendere le ali dell’entusiasmo.
Simbolo di quel grande fermento che solo un anno dopo avrebbe portato i rosa in A è quello striscione esposto in curva Nord con la scritta AndiAmoci: il desiderio di palcoscenici più importanti per questa piazza era troppo grande.
Nell’ultima gara casalinga della stagione lo spettacolo descritto è questo, una grande attesa per una stagione che avrebbe potuto davvero svoltare in meglio: il Palermo tornò a credere nella serie A, grazie a Sonetti. Il terzo allenatore di una stagione altalenante, come la definisce il Giornale di Sicilia, dopo gli insuccessi dei predecessori mandati via da Zamparini,ovvero Arrigoni e Glerean, mandato via alla prima giornata.
Sonetti perde all’esordio col Siena, poi inanella una serie di quattordici risultati utili consecutivi. Peccato per parecchi punti persi per strada a causa di rimonte subite: a Livorno e Cagliari, da 2-0 a 2-2, contro Genoa e Salernitana, da 1-0 a 1-1, nel derby col Catania, da 3-1 a 3-3.
Il Palermo riesce però a recuperare dei punti di svantaggio iniziale e a giocarsi il tutto per tutto nelle ultime due giornate di campionato, non avendo però tutto il destino nelle proprie mani. Il Palermo in quel 31 maggio 2003 ipoteca il risultato con il Verona con una doppietta di Zauli, mentre un pareggio tra Lecce ed Ancona basterebbe per l’aggancio e quindi tutte le radioline sono attive per sperare in questo miracolo.
Al fischio finale di Palermo-Verona si attende solo il risultato di Ancona, che cambia clamorosamente al 94’ col successo dorico. Un risultato che costringerà i rosa al dentro o fuori col Lecce.
Una rimonta sembrava impossibile fino a qualche settimana prima, il Palermo ha sognato e ci ha creduto, per quanto poi lo scontro diretto con i salentini non sia andato come tutti i tifosi rosa-nero speravano e sognavano: il sogno però è stato solo rimandato.
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