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Come allestire una squadra forte senza spendere troppo: ecco gli ingredienti

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L’interesse del tifoso o in genere del lettore sta ormai definitivamente virando dal coronavirus a faccende più allegre, più leggere. La gente ha voglia nuovamente di perdersi nel calcio giocato ed in quello che è il sottogruppo più interessante: il calciomercato. Ancor di più il popolo palermitano che dopo una sconosciuta esperienza dilettantistica, si ritrova nuovamente fra i professionisti ed è curiosa di sapere come si muoverà la società, quale formazione allestirà per il prossimo campionato che nelle intenzioni di inizio avventura dovrà essere nuovamente un torneo a vincere. Insomma la gente panormita si chiede: che mercato faranno i dirigenti rosanero? Cosa serve per allestire una squadra forte?
Sarà un mercato particolare, non solo nei tempi ma soprattutto nelle operazioni economiche. Un mercato sicuramente al ribasso. La crisi epidemica ha messo in ginocchio tante aziende, ha portato perdite grosse in A, in B e decisamente pesanti o al limite del collasso in C con società che rette da piccoli imprenditori, finiranno per andare in agonia. Quante riusciranno a salvarsi dipende anche dai contributi statali.
Insomma fare un mercato in economia si può, al risparmio ma allo stesso tempo importante. Ma servono due ingredienti importanti per costruire una buona squadra per vincere, senza spendere troppo: esperienza e pazienza.
Sull’esperienza di Sagramola e Castagnini nessuno penso possa obiettare. Sulle conoscenze del mercato e delle sue logiche, nemmeno.
Resta l’altro ingrediente: la pazienza. Si dice che è la virtù dei forti e mai, come nel prossimo mercato, potrà essere tanto vero. Pazienza da tutte la parti: tifosi e società.
Non farsi prendere dalla voglia di accontentare i tifosi e regalare subito qualche nome d’effetto. Non scoraggiarsi o emettere sentenze se passeranno settimane di attesa.
Bisognerà saper attendere e non solo la fine dei campionati . Attendere qualche società in difficoltà, qualche svincolato di lusso o scontento di turno. Perché nel dopo pandemia, se i calciatori ed i loro procuratori, non abbasseranno le pretese, di scontenti se ne vedranno parecchi. E magari in questo spazio potrebbe infilarsi il Palermo che dalla sua ha blasone, stadio, tradizione e un progetto a vincere. Insomma, diciamolo semplicemente: non sarà difficile che qualche giocatore di B possa scegliere una C di vertice a Palermo invece di un anonimo campionato cadetto da qualche altra parte. L’esperienza Floriano potrebbe essere da traino.
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